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Dardano Fenulli



PRESENTAZIONE

L’immagine riproduce un primo piano di Dardano Fenulli. Di anni 54, generale di Brigata. Nato a Reggio Emilia il 3 agosto 1889, frequentò giovanissimo la Scuola militare di Modena e nel maggio 1912 fu nominato sottotenente di Cavalleria. Dopo la morte del padre, Saverio Fenulli, caduto nella campagna di Libia (medaglia d’argento alla memoria), ottenne di rimpiazzarlo. Durante la Grande guerra, combatté a Cima Bocche e Col Briccon e in Val Posina, meritando due encomi solenni. A conflitto concluso, fu assegnato al Reggimento Nizza Cavalleria. Guardò con favore al nascente fascismo. Nominato tenente colonnello nel 1934, due anni dopo fu mobilitato per la campagna di Abissinia col grado di tenente colonnello. Dopo la conquista dell’Etiopia, fu assegnato all’Intendenza di Asmara come capo dell’ufficio di Stato Maggiore. Tra il 1938 e il 1939 comandò le truppe coloniali italiane impegnate «contro agguerrite formazioni di ribelli» nell’Africa Orientale Italiana, guadagnando la medaglia d’argento al valor militare. Nel 1940-42 partecipò alle operazioni belliche in Jugoslavia al comando del Reggimento Lancieri "Vittorio Emanuele II". Nell’aprile del 1943 divenne generale di Brigata e vicecomandante della Divisione "Ariete", al cui comando, il 9 e 10 settembre contribuì alla resistenza antitedesca vicino a Ciampino. Insieme al colonnello Giuseppe Corsero Lanza di Montezemolo contribuì alla creazione del Fronte militare clandestino, una rete di informazione, di collegamento e di coordinamento dei militari fedeli al re. In questi mesi Fenulli visse sotto falso nome cambiando spesso abitazione. Nel febbraio 1944 fu arrestato dalle SS in seguito alla delazione del commendatore Pistolini di cui Fenulli si era fidato. Imprigionato nelle carceri romane di via Tasso, nella cella n. 8, fu torturato dallo stesso Kappler. Nonostante i maltrattamenti Fenulli non rivelò mai i nomi dei compagni. Il 24 marzo 1944 fu prelevato dalla prigione e fucilato alle Fosse Ardeatine. Ancor prima della conclusione della guerra, gli fu assegnata la Meadaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: « Vicecomandante della Divisione "Ariete", prendeva parte ai combattimenti dei giorni 9-10 settembre guidando una colonna corazzata che si impegnava nei pressi di Ciampino e la cui ulteriore azione fu sospesa dal concluso armistizio. Dopo l’armistizio rimaneva in Roma per dedicarsi intensamente all’organizzazione della lotta clandestina. A tale scopo prendeva contatti con numerosi rappresentanti politici e militari esponendosi senza riguardo. Animato da purissimi ideali e da una ardente volontà di lotta si prodigava in ogni modo per organizzare in Roma e nel Lazio bande armate per la lotta contro i nazifascisti. Individuato ed arrestato e sottoposto a tortura dava ai suoi compagni di prigionia esempio di fortezza d’animo. Nelle Fosse Ardeatine faceva olocausto della sua nobile esistenza. Roma, settembre 1943-marzo 1944.

Autore della presentazione: Enrica Cavina

DATI ANAGRAFICI

Età 54 anni
Genere Maschio
Data di nascita 3/8/1889
Luogo di nascita Reggio Emilia

Data di morte: 24/3/1944
Luogo di morte: Fosse Ardeatine . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Roma
Regione di morte:Lazio

Categoria professionaleUfficiali, impiegati pubblici e privati, pensionati
Professione Generale di Brigata
Appartenenza alle Forze armateEsercito
Arma Cavalleria
GradoGenerale di Brigata e vicecomandante della Divisione
Località di servizioRoma

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Prima formazione nella Resistenza: settembre 1943 - 24/3/1944
Tipo di reparto: Comando
Nome del reparto: Comando Fronte militare clandestino
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Arrestato dalle SS nel gennaio 1944, fu rinchiuso nelle carceri romane di via Tasso. Nei mesi di prigionia che precedettero la morte fu torturato da Kappler in persona affinchè rivelasse i nomi dei membri del Fronte militare cladestino di cui faceva parte.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 23 marzo 1944 32 soldati tedeschi perdono la vita in Via Rasella, a causa di un attentato partigiano. La rappresaglia scatta inesorabile il giorno successivo. Dopo mezza giornata di ricerche frenetiche, le SS, sotto il coordinamento del Ten. Col. Herbert Kappler, radunano 320 detenuti, tra ebrei e prigionieri politici, ed individuano il luogo adatto all’esecuzione: le Fosse Ardeatine, antiche cave nei pressi della via Ardeatina, poco fuori Roma. Poco dopo l’ora di pranzo tuttavia, muore un altro dei feriti nell’attacco del giorno precedente. E’ la trentatreesima vittima, perciò si richiedono altri 10 detenuti da giustiziare. E’ lo stesso Kappler ad individuarli, tra gli ebrei arrestati in mattinata. Nel primo pomeriggio i condannati vengono caricati sui camion, senza che venga data loro alcuna spiegazione; il loro numero totale è di 335. Arrivati alle Fosse, vengono condotti, 5 per volta, nel profondo delle grotte, posti in ginocchio e fucilati alla nuca. La terribile processione di morte si chiude soltanto alle 7 di sera, quando anche l’ultimo nome viene cancellato dalla lista. Subito dopo le mine vengono fatte esplodere e la cava crolla sui cadaveri, allo scopo di nascondere l’orrore della strage.
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'oro
Collegamenti:Strage di Fosse Ardeatine , comune di Roma . 24/3/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Ferdinando Agnini | Anonimo Anonimo | Anonimo (le mie prigioni) Anonimo | Anonimo (ormai per me...) Anonimo | Anonimo (W Italia) Anonimo | Antonio Ayroldi | Ugo Baglivo | Marcello Bucchi | Giuseppe Celani | Saverio Coen | Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo | Gerardo De Angelis | Alberto Fantacone | Edmondo Fondi | Genserico Fontana | Gioacchino Gesmundo | Maurizio Giglio | Epimenio Liberi | Umberto Lusena | Enrico Mancini | Alberto Marchesi | Vittorio Marimpietri | Sabato Martelli Castaldi | Orlando Orlandi Posti | Antonio Prosperi | Domenico Ricci | Simone Simoni | Raffaele Zicconi |

BIBLIOGRAFIA

  • Fenulli, Dardano in "Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza" vol. II, Milano, La Pietra, 1971, p. 309.
  • Attilio Ascarelli - Arrigo Palladini (testi di) Fosse Ardeatine. Geografia del dolore, Roma, Anfim, 2001
  • Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 81-84.
  • Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. II p. 382
  • Martino Contu I Martiri Sardi delle Fosse Ardeatine. I militari, Cagliari, AM&D Edizioni, 1999, pp. 134, 151, 152
  • Otello Montanari - Antonino Zambonelli Gen. Dardano Fenulli (R. E. 1889-Fosse Ardeatine 1943) Biografia e testimonianze, Reggio Emilia, Amministrazione comunale di Reggio Emilia, 1978
  • Arrigo Paladini Via Tasso. Museo storico della liberazione di Roma, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1986, p. 102.
  • Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Roma, Donzelli, 1999
  • Wladimiro Settimelli Processo Kappler, Roma, L'Unità, 1994, vol. II, pp. 17-18

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: copia digitale

La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

Collocazione archivistica:
Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945

Note al documento:
Il testo è tratto dal quaderno di annotazioni che Fenulli iniziò a metà settembre 1943.

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