- L'archivio contiene 1 lettera di Simone Simoni
PRESENTAZIONE
Di anni 63. Nato il 24 dicembre 1880 a Patrica, in provincia di Frosinone. Residente a Roma. Sposato e padre di quattro figli. Di professione ufficiale dell’esercito, con il grado di generale di divisione nel ruolo d’onore. Arruolato nel Regio esercito italiano durante la prima guerra mondiale, partecipa alla battaglia di Caporetto, nella quale si distingue malgrado la sconfitta. Catturato dai tedeschi, trascorre i due anni successivi in un campo di prigionia in Germania. Decorato con quattro medaglie d’argento al valore militare e due di bronzo, al termine del conflitto ottiene la qualifica di "grande invalido" per le ferite riportate in combattimento e, nel 1932, viene collocato in riserva. Dopo l’8 settembre si prodiga per organizzare la difesa di Roma dall’invasione nazista; quindi, ad occupazione avvenuta, entra a far parte del Fronte militare clandestino guidato da Montezemolo. Tradito da una delazione, il 23 gennaio 1944 viene sorpreso dalle SS nella propria abitazione, poco dopo essere rientrato da una riunione clandestina. Immediatamente arrestato, viene rinchiuso nelle carceri di Via Tasso, dove subisce numerosi interrogatori e torture. Il mattino del 24 marzo 1944, in seguito all’attentato partigiano di via Rasella del giorno precedente, è selezionato con altri 334 prigionieri per essere fucilato nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Alla memoria del generale Simoni è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: "Valoroso combattente di otto campagne, grande invalido di guerra, superdecorato al valore, di eccezionali qualità morali e di carattere, fedele al giuramento ed al proprio dovere di soldato, partecipava tra rischi continui attivamente alla lotta clandestina contro il secolare nemico. Arrestato dalla sbirraglia nazifascista e sottoposto alle più inumane torture, manteneva con contegno fiero e virile l’assoluto segreto sull’organizzazione, salvando così la vita ad alcuni suoi collaboratori. In occasione di una esecuzione sommaria veniva per rappresaglia barbaramente trucidato facendo olocausto di se stesso per l’affermazione delle più alte idealità civili e militari. Chiudeva così, onorata dalla gloria del supremo sacrificio, una vita eroica intensamente e nobilmente spesa al servizio della Patria. Roma, Fosse Ardeatine, 24 marzo 1944." La data del decreto è tuttora in corso di verifica.
DATI ANAGRAFICI
Età | 63 anni |
Genere | Maschio |
Stato civile | Coniugato |
Data di nascita | 24/12/1880 |
Luogo di nascita | Patrica |
Provincia di nascita | Frosinone |
Data di morte: | 24/3/1944 |
Luogo di morte: | Fosse Ardeatine . C'è memoria epigrafica |
Comune di morte: | Roma |
Regione di morte: | Lazio |
Categoria professionale | Ufficiali, impiegati pubblici e privati, pensionati |
Professione | Ufficiale del regio esercito Generale di Divisione dell'Esercito nel ruolo d'onore |
Appartenenza alle Forze armate | Esercito |
Grado | Generale di Divisione dell'Esercito nel ruolo d'onore |
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ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Tipologia del condannato: | Partigiano |
Prima formazione nella Resistenza: | settembre 1943 - 24/3/1944 |
Tipo di reparto: | Comando |
Nome del reparto: | Comando Fronte militare clandestino |
Condizione al momento della morte: | Combattente |
Agente della condanna: | Decisione di un comando militare |
Tipo di esecuzione: | Nazista |
Circostanza della morte: | Strage |
Descrizione della circostanza della morte: | Il 23 gennaio 1944 le SS tedesche entrano di forza nella casa romana del Generale Simoni, divenuta negli ultimi mesi un importantissimo centro per l'attività clandestina contro il nazifascismo. Imprigionato nelle carceri di Via Tasso, a Roma, Simoni è ripetutamente interrogato e torturato. Il 24 marzo il Ten. Colonnello Kappler lo inserisce nella lista di coloro che saranno poi trucidati alle Fosse Ardeatine. |
Causa della morte: | Fucilazione |
Modalità dell'esecuzione | Il 23 marzo 1944 32 soldati tedeschi perdono la vita in Via Rasella, a causa di un attentato partigiano. La rappresaglia scatta inesorabile il giorno successivo. Dopo mezza giornata di ricerche frenetiche, le SS, sotto il coordinamento del Ten. Col. Herbert Kappler, radunano 320 detenuti, tra ebrei e prigionieri politici, ed individuano il luogo adatto all’esecuzione: le Fosse Ardeatine, antiche cave nei pressi della via Ardeatina, poco fuori Roma. Poco dopo l’ora di pranzo tuttavia, muore un altro dei feriti nell’attacco del giorno precedente. E’ la trentatreesima vittima, perciò si richiedono altri 10 detenuti da giustiziare. E’ lo stesso Kappler ad individuarli, tra gli ebrei arrestati in mattinata. Nel primo pomeriggio i condannati vengono caricati sui camion, senza che venga data loro alcuna spiegazione; il loro numero totale è di 335. Arrivati alle Fosse, vengono condotti, 5 per volta, nel profondo delle grotte, posti in ginocchio e fucilati alla nuca. La terribile processione di morte si chiude soltanto alle 7 di sera, quando anche l’ultimo nome viene cancellato dalla lista. Subito dopo le mine vengono fatte esplodere e la cava crolla sui cadaveri, allo scopo di nascondere l’orrore della strage. |
Riconoscimenti: | militare: Medaglia d'oro |
Collegamenti: | Strage di Fosse Ardeatine , comune di Roma . 24/3/1944 Visualizzazione ingrandita della mappa |
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: | Ferdinando Agnini | Anonimo Anonimo | Anonimo (le mie prigioni) Anonimo | Anonimo (ormai per me...) Anonimo | Anonimo (W Italia) Anonimo | Antonio Ayroldi | Ugo Baglivo | Marcello Bucchi | Giuseppe Celani | Saverio Coen | Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo | Gerardo De Angelis | Alberto Fantacone | Dardano Fenulli | Edmondo Fondi | Genserico Fontana | Gioacchino Gesmundo | Maurizio Giglio | Epimenio Liberi | Umberto Lusena | Enrico Mancini | Alberto Marchesi | Vittorio Marimpietri | Sabato Martelli Castaldi | Orlando Orlandi Posti | Antonio Prosperi | Domenico Ricci | Raffaele Zicconi | |
BIBLIOGRAFIA
- Le radici e le ali: 1943/45-1993/95: memoria e storia nelle celebrazioni del cinquantennale della Resistenza e della Guerra di liberazione, Roma, 1996, p. 761
- Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 160-161
- Mario Avagliano Il partigiano Tevere: il generale Sabato Martelli Castaldi dalle vie dell’aria alle Fosse Ardeatine, Cava de'Tirreni, Avagliano, [1996], pp. 52, 63, 71, 81, 84
- Rodosindo Cardente Il Medico di Via Tasso: testimonianza, A.N.F.I.M.
- Bianca Ceva 5 anni di storia italiana 1940-1945, Milano, Edizioni di Comunità, 1964, p. 271
- Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. II p. 382
- Martino Contu I Martiri Sardi delle Fosse Ardeatine. I militari, Cagliari, AM&D Edizioni, 1999, pp. 134, 152, 153, 154
- Angelo Antonio Fumarola Essi non sono morti: le medaglie d’oro della guerra di liberazione, Roma, Magi-Spinetti, [1945?], pp. 19, 147, 193, 274-286
- Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, p. 293
- La descrizione archivistica del Fondo Malvezzi è pubblicata in Il mondo di Piero. Un ritratto a più voci di Piero Malvezzi, a cura di Gabriella Solaro, Milano, Franco Angeli, 2008
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a Amici,
Stato del documento: autografo
La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano
Indirizzo web:
http://parri-milano.italia-liberazione.it
Collocazione archivistica:
Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945; Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea
La prima immagine è una trascrizione a macchina del "biglietto cifrato inviato clandestinamente alla famiglia", come spiega anche la nota sotto al nome del condannato. La seconda immagine invece riproduce il biglietto cifrato vero e proprio, che Simoni gettò dall'inferriata della sua cella e che venne raccolto dal colonnello Erolani. Questi, attraverso Matteo Frascagnelli, lo fece pervenire alla famiglia del generale.