- L'archivio contiene 1 lettera di Enrico Mancini
PRESENTAZIONE
Di anni 47. Nato il 12 ottobre 1896 a Ronciglione, in provincia di Viterbo. Residente a Roma con la moglie e i sei figli. Di professione commerciante. Ebanista specializzato, durante la prima guerra mondiale è chiamato a prestare il servizio di leva nel Genio militare. Congedatosi al termine del conflitto con il grado di sergente, viene decorato con una medaglia di bronzo ed una croce di guerra per meriti conseguiti sul campo. Rientrato a Roma, si mette in proprio ed apre una bottega di falegnameria in via dei Conciatori, che viene poi bruciata dagli squadristi per il suo rifiuto di aderire al regime fascista. Entrato nelle fila del Partito d’Azione nel 1942, assume prevalentemente incarichi dirigenziali e coordina l’attività clandestina nei quartieri di Testaccio, Ostiense e Garbatella. Dopo l’8 settembre partecipa concretamente al movimento partigiano della capitale, occupandosi del collegamento tra le formazioni, della distribuzione del materiale bellico e propagandistico e fornendo aiuti economici ai perseguitati politici e ai militari sbandati. Scoperto da alcuni elementi della Banda Koch, Enrico Mancini viene arrestato il 7 marzo 1944, mentre si trova nel suo ufficio. Condotto dapprima alla Pensione Oltremare, viene subito trasferito alla Pensione Iaccarino, dove subisce interrogatori e torture. Il 18 marzo viene rinchiuso nel penitenziario di Regina Coeli, in attesa di essere processato. Il 24 dello stesso mese tuttavia, viene selezionato dai nazisti per essere fucilato nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine con altri 334 detenuti.
DATI ANAGRAFICI
Età | 47 anni |
Genere | Maschio |
Stato civile | Coniugato |
Data di nascita | 12/10/1896 |
Luogo di nascita | Ronciglione |
Provincia di nascita | Viterbo |
Residenza | Roma |
Data di morte: | 24/3/1944 |
Luogo di morte: | Fosse Ardeatine . C'è memoria epigrafica |
Comune di morte: | Roma |
Regione di morte: | Lazio |
Titolo di studio | Licenza elementare |
Categoria professionale | Industriali, commercianti |
Professione | Commerciante Titolare di una falegnameria in via dei Conciatori a Roma. |
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Appartenenza politica | Azionista |
ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Tipologia del condannato: | Partigiano |
Condizione al momento della morte: | Combattente |
Agente della condanna: | Decisione di un comando militare |
Tipo di esecuzione: | Nazista |
Circostanza della morte: | Strage |
Descrizione della circostanza della morte: | Il 7 marzo 1944 viene catturato nel proprio ufficio da elementi della Banda Koch. Tradotto in un primo momento alla Pensione Oltremare, viene subito trasferito alla Pensione Iaccarino, dove subisce ripetuti interrogatori e torture. In attesa di essere processato, il 18 marzo viene rinchiuso nel penitenziario di Regina Coeli. Il 24 dello stesso mese viene selezionato dai nazisti per essere fucilato con altri 334 detenuti nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine. |
Causa della morte: | Fucilazione |
Modalità dell'esecuzione | Il 23 marzo 1944 32 soldati tedeschi perdono la vita in Via Rasella, a causa di un attentato partigiano. La rappresaglia scatta inesorabile il giorno successivo. Dopo mezza giornata di ricerche frenetiche, le SS, sotto il coordinamento del Ten. Col. Herbert Kappler, radunano 320 detenuti, tra ebrei e prigionieri politici, ed individuano il luogo adatto all’esecuzione: le Fosse Ardeatine, antiche cave nei pressi della via Ardeatina, poco fuori Roma. Poco dopo l’ora di pranzo tuttavia, muore un altro dei feriti nell’attacco del giorno precedente. E’ la trentatreesima vittima, perciò si richiedono altri 10 detenuti da giustiziare. E’ lo stesso Kappler ad individuarli, tra gli ebrei arrestati in mattinata. Nel primo pomeriggio i condannati vengono caricati sui camion, senza che venga data loro alcuna spiegazione; il loro numero totale è di 335. Arrivati alle Fosse, vengono condotti, 5 per volta, nel profondo delle grotte, posti in ginocchio e fucilati alla nuca. La terribile processione di morte si chiude soltanto alle 7 di sera, quando anche l’ultimo nome viene cancellato dalla lista. Subito dopo le mine vengono fatte esplodere e la cava crolla sui cadaveri, allo scopo di nascondere l’orrore della strage. |
Collegamenti: | Strage di Fosse Ardeatine , comune di Roma . 24/3/1944 Visualizzazione ingrandita della mappa |
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: | Ferdinando Agnini | Anonimo Anonimo | Anonimo (le mie prigioni) Anonimo | Anonimo (ormai per me...) Anonimo | Anonimo (W Italia) Anonimo | Antonio Ayroldi | Ugo Baglivo | Marcello Bucchi | Giuseppe Celani | Saverio Coen | Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo | Gerardo De Angelis | Alberto Fantacone | Dardano Fenulli | Edmondo Fondi | Genserico Fontana | Gioacchino Gesmundo | Maurizio Giglio | Epimenio Liberi | Umberto Lusena | Alberto Marchesi | Vittorio Marimpietri | Sabato Martelli Castaldi | Orlando Orlandi Posti | Antonio Prosperi | Domenico Ricci | Simone Simoni | Raffaele Zicconi | |
BIBLIOGRAFIA
- Attilio Ascarelli - Arrigo Palladini (testi di) Fosse Ardeatine. Geografia del dolore, Roma, Anfim, 2001
- Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 114-115
- Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Roma, Donzelli, 1999
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a Figlio,
Località di stesura: Carcere di Regina Coeli, Roma
Stato del documento: autografo
La lettera è conservata presso: Museo Storico della Liberazione di Roma, Via Tasso, 145 - Roma
tel: 067003866 - fax: 0677203514
e-mail: viatasso@viatasso.it
Collocazione archivistica:
II piano, cella n. 1
L'archivio INSMLI conserva copia digitale dell'originale nel Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945. L'immagine del retro della lettera è in fotocopia perché l'autografo è conservato in una teca e ne è visibile soltanto il fronte. Il numero "678/7" e il nome dell'autore sono scritti probabilmente da una mano diversa da quella di Enrico Mancini.