- L'archivio contiene 1 lettera di Cesare Dattilo
PRESENTAZIONE
Di anni 23. Nato l’11 settembre 1921 a Cogoleto (Genova). Di professione operaio, con qualifica di meccanico aggiustatore presso lo stabilimento San Giorgio di Sestri Ponente. Dopo l’armistizio, entra a far parte del Partito comunista italiano, partecipando attivamente ai movimenti di opposizione al regime sviluppatisi all’interno della sua fabbrica. Sfuggito per un soffio alla cattura nel luglio 1944, lascia la città e si rifugia in montagna, nella zona di Sassello (SV). Divenuto comandante del Distaccamento di Acquabianca, inquadrato nella Divisione Garibaldi Doria, nel settembre 1944 assume il comando della Brigata d’assalto Giacomo Buranello, con cui compie numerose azioni militari sia nell’entroterra che lungo la costa. Nell’ottobre 1944 un rastrellamento operato da Brigate Nere, Divisione alpina Monterosa ed esercito tedesco nella zona di Olbicella (Molare, Alessandria) sorprende la sua formazione, che viene così dispersa. Diciassette partigiani ad essa appartenenti vengono uccisi nello scontro a fuoco; altri 6 sono catturati ed impiccati. Cesare Dattilo riesce a fuggire, ma è arrestato da alcuni militi della Divisione San Marco il 9 dicembre. Imprigionato nel Forte del Giovo di Sassello, è prima trasferito nelle carceri Sant’Agostino di Savona, poi alla Casa dello studente di Genova. Infine, dopo un gran numero torture ed interrogatori, è rinchiuso nella 4ª Sezione del Carcere di Marassi, a disposizione del Comando germanico. Alle prime ore del 23 marzo 1945 Cesare Dattilo è prelevato dalla sua cella e condotto al cimitero di Cravasco (comune di Campomorone, Genova) con altri 19 detenuti, per essere fucilato in rappresaglia ad un’imboscata partigiana avvenuta proprio il giorno prima nelle vicinanze, ed in cui avevano perso la vita 9 soldati della Wermacht. Durante il viaggio, due dei prigionieri riescono a fuggire saltando dal camion. Gli altri 18 invece vengono fucilati dai nazisti alle ore 4 del mattino. Oltre a Dattilo, perdono la vita nell’esecuzione Oscar Antibo, Giovanni Bellegradi, Pietro Bernardi, Orlando Bianchi, Virginio Bignotti, Cesare Bo, Pietro Boldo, Giulio Campi, Gustavo Capitò, Giovanni Carù, Giacomo Goro, Giuseppe Malinverni, Nicola Panevino, Renato Quartini, Bruno Riberti, Ernesto Silvestrini. Franco Diodati, colpito di striscio, riesce a salvarsi fingendosi morto.
DATI ANAGRAFICI
Età | 23 anni |
Genere | Maschio |
Data di nascita | 11/9/1921 |
Luogo di nascita | Cogoleto |
Provincia di nascita | Genova |
Data di morte: | 23/3/1945 |
Luogo di morte: | Cimitero di Cravasco . C'è memoria epigrafica |
Comune di morte: | Campomorone |
Provincia di morte: | Genova |
Regione di morte: | Liguria |
Categoria professionale | Operai |
Professione | Meccanico Aggiustatore allo stabilimento San Giorgio di Sestri Ponente (GE) |
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Appartenenza politica | Comunista |
ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Nome di battaglia: | Oscar |
Tipologia del condannato: | Partigiano |
Prima formazione nella Resistenza: | luglio 1944 - settembre 1944 |
Tipo di reparto: | Distaccamento |
Nome del reparto: | Distaccamento di Acquabianca, della Div. Doria |
Grado conseguito: | Comandante |
Seconda formazione nella Resistenza: | settembre 1944 - 23/3/1945 |
Tipo di reparto: | Brigata |
Nome del reparto: | Brigata d'assalto Giacomo Buranello |
Grado conseguito: | Comandante |
Condizione al momento della morte: | Combattente |
Agente della condanna: | Decisione di un comando militare |
Tipo di esecuzione: | Nazista |
Circostanza della morte: | Strage |
Descrizione della circostanza della morte: | Il 9 dicembre 1944 è sorpreso da alcuni soldati della Divisione San Marco, che lo imprigionano al Forte San Giovo di Sassello. Da lì, è trasferito prima alle carceri di Sant’Agostino di Savona, e poi alla Casa dello Studente di Genova. Infine, dopo interrogatori e percosse, è rinchiuso in una cella della 4a Sezione del Carcere di Marassi, dove rimarrà fino al 23 marzo 1945, quando i tedeschi lo fucileranno per rappresaglia ad un imboscata partigiana nella zona di Cravasco. |
Causa della morte: | Fucilazione |
Modalità dell'esecuzione | Alle prime ore del 23 marzo 1945 venti detenuti vengono prelevati dalle carceri di Marassi per essere fucilati in rappresaglia ad un’imboscata partigiana nella zona di Cravasco che era costata la vita a 9 militi tedeschi. Durante il viaggio verso il cimitero del paese, due dei prigionieri riescono a fuggire, saltando dal camion. Gli altri 18 invece vengono fucilati dai nazisti alle ore 4 del mattino. Questi i loro nomi: Oscar Antibo, Giovanni Bellegradi, Pietro Bernardi, Orlando Bianchi, Virginio Bignotti, Cesare Bo, Pietro Boldo, Giulio Campi, Gustavo Capitò, Giovanni Carù, Cesare Dattilo, Giacomo Goro, Giuseppe Malinverni, Nicola Panevino, Renato Quartini, Bruno Riberti, Ernesto Silvestrini. Franco Diodati, colpito di striscio, riesce a salvarsi fingendosi morto. |
Collegamenti: | Strage di Cimitero di Cravasco , comune di Campomorone . 23/3/1945 Visualizzazione ingrandita della mappa |
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: | Gustavo Capitò | Nicola Panevino | Renato Quartini | |
BIBLIOGRAFIA
- Franco Gimelli - Paolo Battifora (a cura di) Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, 2008 , pp. 125-126
- Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 88-91
- La descrizione archivistica del Fondo Malvezzi è pubblicata in Il mondo di Piero. Un ritratto a più voci di Piero Malvezzi, a cura di Gabriella Solaro, Milano, Franco Angeli, 2008
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a Sorella, scritta in data 13-03-1945
Stato del documento: copia
Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina
Collocazione bibliografica:
Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003. pp. 90-91