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Mario Bettinzoli (Adriano Grossi)



PRESENTAZIONE

Primo piano di Mario Bettinzoli. Foto conservata in copia digitale presso l’archivio Insmli. Di anni 22. Nato il 21 novembre 1921 a Brescia ed ivi residente. Di professione perito industriale. Chiamato alle armi nel dicembre 1941, frequenta il corso Allievi ufficiali a Nocera Inferiore (SA) ed ottiene il grado di sottotenente di complemento dell’artiglieria del Regio esercito italiano. Assegnato alla caserma della Cecchignola, a Roma, dopo l’armistizio partecipa alla difesa della capitale. Catturato e condannato a morte dai tedeschi, riesce ad evadere e a tornare nella sua città natale. Nell’ottobre 1943 si rifugia in Val Sabbia, dove organizza le prime formazioni partigiane della zona assieme a Giacomo Perlasca. Divenuto vice-comandante del battaglione Fiamme Verdi (da lui stesso fondato) e comandante della 3ª compagnia, s’incarica principalmente di programmare ed allestire i campi di lancio. Il 18 gennaio 1944 Bettinzoli si reca a Brescia in compagnia del diretto superiore Giacomo Perlasca, allo scopo di fare rapporto al Comando provinciale partigiano. Sorpresi da alcuni elementi della polizia federale fascista, i due sono immediatamente arrestati e consegnati alle autorità germaniche. Interrogati e torturati per tre giorni nella caserma Arsenale di Via Crispi, il 21 gennaio vengono trasferiti nelle carceri cittadine. Dopo quasi un mese di detenzione, il 14 febbraio 1944 il tribunale militare tedesco li processa e li condanna a morte quali organizzatori di bande armate. La sentenza è eseguita mediante fucilazione, il giorno 24 dello stesso mese, presso la caserma del 30º reggimento artiglieria di Brescia. Alla sua memoria è stata conferita la medaglia di bronzo al valor militare.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 22 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 21/11/1921
Luogo di nascita Brescia
Residenza Brescia

Data di morte: 24/2/1944
Luogo di morte: Caserma del 30° Reggimento Artiglieria
Comune di morte: Brescia
Regione di morte:Lombardia

Titolo di studioLicenza media superiore
Categoria professionaleVenditori di derrate alimentari, merci varie, esercenti, rappresentanti
Professione Perito industriale
Appartenenza alle Forze armateEsercito
Arma Artiglieria
GradoSottotenente di complemento
Località di servizioRoma

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Adriano Grossi
Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: autunno 1943 - 24/2/1944
Tipo di reparto: Battaglione
Nome del reparto: Battaglione Fiamme Verdi Val Sabbia
Grado conseguito: Comandante 3a Compagnia
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale militare tedesco di Brescia - Sentenza emessa in data 14/2/1944.
Esecuzione:Nazista
Circostanza della morte: Eccidio
Descrizione della circostanza della morte: Arrestato per la seconda volta il 18 gennaio 1944, in via Moretto a Brescia, viene incarcerato e processato il 14 febbraio. Condannato a morte, è fucilato il 24 febbraio assieme al suo diretto superiore Giacomo Perlasca, alla Caserma del 30° Reggimento Artiglieria.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 18 gennaio 1944 Giacomo Perlasca e Mario Bettinzoli, esponenti di spicco delle formazioni partigiane in Valle Sabbia, vengono arrestati a Brescia. Processati dal Tribunale militare tedesco quasi un mese dopo (il 14 febbraio), vengono condannati a morte quali organizzatori di bande armate. La sentenza è eseguita il 24 febbraio presso la Caserma del 30° Reggimento Artiglieria.
Riconoscimenti:militare: Medaglia di bronzo
Collegamenti:Eccidio di Caserma del 30° Reggimento Artiglieria, comune di Brescia (Brescia). 24/2/1944
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Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Giacomo Perlasca |

BIBLIOGRAFIA

  • Rolando Anni Dizionario della Resistenza bresciana, Brescia, Morcellana, 2008, pp. 50-51
  • Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. II, p. 31
  • Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 39-40
  • Dario Morelli Scritti incontro alla morte (Z. Ballardini, S. Belleri, M. Bettinzoli, G. Cappellini, L. Ercoli, F. Franchi, E. Margheriti, F. Moretti, T. Olivelli, G. Pelosi, G. Perlasca, R. Petrini, E. Rinaldini, F. Rinaldini, G. Venturini, G.B. Vighenzi) in "La Resistenza bresciana" fascicolo 23, Brescia, Istituto Storico della Resistenza bresciana, 1992, pp. 17-61
  • Romolo Ragnoli I caduti per la Resistenza nelle valli Trompia e Sabbia in "La Resistenza bresciana" fascicolo 13, Brescia, Istituto Storico della Resistenza bresciana, 1982, p. 38
  • COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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    Lettera a familiari, scritta in data 23-02-1944
    Località di stesura: Brescia
    Stato del documento: copia


    Tipo di copia della lettera: fotocopia cartacea

    La lettera è conservata presso:
    Istituto storico della Resistenza bresciana - Brescia

    Indirizzo web:
    http://www.italia-liberazione.it/brescia/index.php

    Collocazione archivistica:
    busta 54, fasc. 1 (vecchia segnatura: R.II.1)

    Note al documento:
    Nell'ultima edizione del volume curato da Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana" (ristampata da Einaudi editore nel 2003) il testo trascritto (pag. 39) differisce dall'autografo nei seguenti punti: in intestazione, tra “zii” e “cugini”, è stato omesso “zie”; alla quinta riga, dopo “famiglia”, è stato inserito un punto ortografico al posto di un punto e virgola, con conseguente iniziale maiuscola alla successiva parola “sia”; immediatamente di seguito, le parole “Santa Volontà” sono invece trascritte con le iniziali minuscole e in ordine invertito; alla prima riga della seconda facciata “gran” è diventato “grande”; più in basso, verso la metà del foglio, “Santa” non è abbreviato in “S.”, mentre “Reverendi” lo è in “Rev.”; alla quinta riga della terza facciata è stato omesso “invece” dopo “fate”; poco più sotto, stessa sorte è accaduta per “vi” tra “singhiozzi” e “escano”; nell'ultimo paragrafo “tutti” è stato scritto dopo l'espressione “per l'ultima volta”, invece che prima; infine, in tre casi i due punti ortografici sostituiscono il punto e virgola: alla penultima riga della prima e della seconda facciata, dopo le parole “buono” e “Dio”, e verso la metà della seconda facciata, dopo la parola “consenso”. Copia dattiloscritta di questo documento è conservata presso l'archivio Insmli, nel Fondo Malvezzi Piero/Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea (b. 6 fasc. 12).

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