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Giacomo Perlasca (Capitano Zenit)



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Giacomo Perlasca in uniforme. E’ conservata presso l’archivio Insmli in copia digitale. Di anni 24. Nato il 19 dicembre 1919 a Brescia ed ivi residente. Studente universitario iscritto alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, durante la seconda guerra mondiale è arruolato come sottotenente di complemento nel 2º Reggimento Artglieria d’armata, di stanza a Riva del Garda (TN). Dopo l’armistizio ritorna nel bresciano, dov’è tra i primi organizzatori del movimento di liberazione. Divenuto comandante del battaglione Fiamme Verdi "Valle Sabbia", prende parte a numerose azioni contro le forze nazifasciste, ma si occupa anche di mantenere i collegamenti con la Svizzera e permettere così l’espatrio a molti ex-prigionieri alleati. Il 18 gennaio 1944, Perlasca si reca a Brescia con il suo vice Mario Bettinzoli, per fare rapporto al Comando provinciale partigiano. Sorpresi da alcuni elementi della polizia federale fascista, i due sono immediatamente arrestati e consegnati alle autorità germaniche. Interrogati e torturati per tre giorni nella caserma Arsenale di Via Crispi, il 21 gennaio vengono trasferiti nelle carceri cittadine. Dopo quasi un mese di detenzione, il 14 febbraio 1944 il tribunale militare tedesco li processa e li condanna a morte quali organizzatori di bande armate. La sentenza è eseguita mediante fucilazione il giorno 24 dello stesso mese, presso la caserma del 30º reggimento artiglieria di Brescia. Alla fine del conflitto, alla memoria di Giacomo Perlasca è stata concessa la medaglia d’argento al valor militare.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

BIBLIOGRAFIA

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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