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Testo: Mia cara figlia, oggi è giorno di libertà, di redenzione, di ebbrezza: qui a Milano sembriamo tutti ubriachi ed i più assennati sembrano pazzi... Gli altri non ci sono più, tutti sfasciati, non più francobolli, non più ritrattoni gorilleschi e grotteschi. Esultate, esultate!! Oggi il popolo esplode dopo 249 mesi di oppressione e di compressione: per me è il giorno più bello della vita, così lungamente, tormentosamente ma fiduciosamente atteso! Esultate! Vorrei scrivere la lettera più bella che io abbia mai scritto, bella come la libertà sognata e di cui spunta l’alba, (scriverò con più calma) ma sono stanco, sfinito, tu mi conosci e mi capisci! "Viva la libertà!" Non posso dire altro, non posso scrivere né descrivere le 16 ore di tripudio personale e collettivo. Il fascismo è stato travolto, finito in un attimo, per sempre! W la libertà Tuo Adolfo Tuo Padre ore 15 del 26-7-1943 anno I dell’Era Nuova capire sapere pensare |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a Figlia, scritta in data 26-07-1943
Stato del documento: copia
Tipo di copia della lettera: copia fotostatica
La lettera è conservata presso:
Istituto di storia contemporanea "Amato Perretta" - Como
Indirizzo web:
http://www.isc-como.org/
Note al documento:
I verbi "credere, obbedire, combattere" alla fine della lettera furono deliberatamente scritti e poi cancellati da Adolfo Vacchi in quanto motto del fascismo.
I verbi "credere, obbedire, combattere" alla fine della lettera furono deliberatamente scritti e poi cancellati da Adolfo Vacchi in quanto motto del fascismo.