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Testo: "... quando leggerete questo mio scritto io avrò già lasciato questo mondo, e spero, confidando nel Dio grande e buono in cui ho sempre creduto, di essere un giorno vicino alla mamma e al babbo. La mia tenue speranza di uscir vivo dal carcere non era per nulla alimentata dal desiderio di ottenere tornato in libertà, vendette, piaceri, gloria ed onore, ma solo dal desiderio di tornare fra voi... ed è per il male che ho recato a voi che devo forse pentirmi di aver voluto essere, anche in queste tremende contingenze, un cittadino retto e onesto... Salutate per me tutti i parenti, gli amici, i miei colleghi di ufficio. Chiedo perdono a tutti quelli a cui ho fatto del male, perdono a color che me ne hanno fatto... Dio mi perdoni e salvi la nostra Patria. - Marassi 4/6/44." |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a Sorella, scritta in data 04-06-1944
Località di stesura: Carceri di Marassi di Genova
Stato del documento: copia
La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano
Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano
Collocazione archivistica:
Fondo Corpo volontari della libertà, b. 168, fasc. 551b
Collocazione bibliografica:
I caduti per la libertà. Enrico Agostino Paggi, in Corriere del popolo, Genova, 13 marzo 1946
Note al documento:
L'estratto appartiene all'ultima lettera di Enrico Agostino Paggi, scritta da "Marassi, per la sorella, allorché pareva imminente la sua fucilazione." (Da "I caduti per la libertà. Enrico Agostino Paggi", in "Corriere del popolo", Genova, 13 marzo 1946).
L'estratto appartiene all'ultima lettera di Enrico Agostino Paggi, scritta da "Marassi, per la sorella, allorché pareva imminente la sua fucilazione." (Da "I caduti per la libertà. Enrico Agostino Paggi", in "Corriere del popolo", Genova, 13 marzo 1946).