- L'archivio contiene 1 lettera di Giacomo Russi
PRESENTAZIONE
Nato il 19 febbraio 1888 ad Ancona Giacomo Russi appartenne alla comunità ebraica e fu il primo ebreo anconetano a subire la deportazione. Lavorava nell'azienda farmaceutica di famiglia, di cui era comproprietario insieme con il padre Giacobbe Russi. Giacomo Russi e suo figlio Sergio, anch’egli collaboratore del padre, furono prelevati a Camerano da una camionetta nazifascista il 22 settembre 1943. Giacomo Russi fu deportato nel campo di smistamento di Versen (nei dintorni del sottocampo di Meppen) ai confini dell’Olanda. Per le sue competenze Giacomo Russi fu impiegato in infermeria; nonostante fosse ebreo, ebbe la possibilità di mandare lettere ai familiari, in cui più volte fece riferimento a presunte delazioni di concorrenti. Fu probabilmente assassinato dopo il luglio 1944, data - parrebbe - del trasferimento verso destinazione ignota, insieme con il figlio Sergio e di loro non si ebbero più notizie.
DATI ANAGRAFICI
Età | 56 anni |
Genere | Maschio |
Stato civile | Coniugato |
Data di nascita | 19/02/1888 |
Luogo di nascita | Ancona |
Data di morte: | 30/06/1944 |
Luogo di morte: | Ignoto |
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ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Tipologia del condannato: | Deportato |
Luogo della deportazione: | Meppen |
Data della deportazione: | 22/09/1943 |
Condizione al momento della morte: | Deportato |
Descrizione della circostanza della morte: | Giacomo Russi e suo figlio Sergio furono prelevati a Camerano da una camionetta nazifascista il 22 settembre 1943. Giacomo Russi fu deportato nel campo di smistamento di Versen (nei dintorni del sottocampo di Meppen) ai confini dell’Olanda. Per le sue competenze Giacomo Russi fu impiegato in infermeria; nonostante fosse ebreo, ebbe la possibilità di mandare lettere ai familiari, in cui più volte fece riferimento a presunte delazioni di concorrenti. Fu probabilmente assassinato dopo il luglio 1944, data - parrebbe - del trasferimento verso destinazione ignota, insieme con il figlio Sergio e di loro non si ebbero più notizie. |
BIBLIOGRAFIA
- Liliana Picciotto Fargion Il libro della memoria. Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), Milano, Mursia, 1991 (nuova ed. 2002), pp. 77-80, pp. 66-71
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a moglie e figlie, scritta in data 19-07-1944
Località di stesura: Versen (sottocampo di Meppen, Paesi Bassi)
Stato del documento: autografo
La lettera è conservata presso: Carte private di Franca Russi e Micaela Catanese,
“Pinoli” è il vezzeggiativo con cui Giacomo chiamava la moglie Giuseppina. Giu è una abbreviazione o un nomignolo di Giuliana, la fidanzatina di Sergio. Le ultime due righe del messaggio sono scritte dallo stesso Sergio, che condivideva la prigionia con il padre.