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Girolamo Anonimo



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Il messaggio di Girolamo Questo messaggio è scritto da un amico di prigionia di Luigi Meynet (nato l’11 febbraio del 1926), catturato con altre tre persone in seguito a delazione, nell’ottobre del 1944 dalla Brigata Nera a Ville-Sur-Sarre, villaggio di montagna di Sarre, a pochi chilometri da Aosta. Dopo alcuni giorni di prigionia nelle Carceri giudiziarie di Aosta, Luigi, accusato di compartigianeria, viene consegnato ai tedeschi e destinato al lavoro. (Il suo nome risulta negli elenchi incompleti del carcere di Aosta e da un documento di scarcerazione, condizione per il passaggio di consegna ai nazisti). Il 12 ottobre 1944 viene trasferito con alcuni altri prigionieri a Torino nella caserma di Nizza Cavalleria e inviato in Germania come prigioniero politico prima e poi a Berlin-Spandau, dove viene utilizzato come lavoratore per il Reich. Tra i compagni nel campo di Gröditz si lega a Girolamo (il cognome non è leggibile sulla lettera). I due, che condividevano la dura esperienza di lavoratori coatti adibiti alla costruzione di parti di carri armati e ruote di treni, avevano ad un certo punto anche progettato la fuga. Un giorno Girolamo viene allontanato dai tedeschi insieme ad altri compagni. Alcuni di essi ritornano al campo, come scampati ad un destino tragico e consegnano a Luigi il messaggio-testamento riportato. La lettera è significativa perché permette di comprendere lo stato fisico e spirituale dell’amico che con poche parole, nonostante pensi realisticamente che forse non ce la farà, evoca la speranza di un ritorno alla vita normale in un tempo futuro in cui sarà importante raccontare la sofferenza subita e la verità intorno al trattamento dei nazisti. Ma Luigi non rivedrà più l’amico. Luigi non ricorda altri particolari della persona che firma il messaggio. Notiamo come Girolamo è preoccupato di dare dettagli precisi come la data dell’entrata nell’infermeria, la tipologia della sua malattia, il grado di febbre, come per suggerire un contesto particolare di sofferenza e lasciare un documento. Nell’intervista del dicembre 2006 fatta dall’Istituto storico della Resistenza di Aosta, Luigi accenna all’ipotesi che questo ed altri compagni avessero dovuto subire degli "sperimenti scientifici". Luigi nei giorni successivi all’arrivo della lettera è travolto da altri cambiamenti di campo, nel periodo più rischioso per i prigionieri, quando la guerra sta finendo e l’aggressività dei tedeschi è più forte. A Berlino, dove lavora ancora nella costruzione di armamenti, ma anche nella ricostruzione di strutture distrutte dai bombardamenti, riesce a conservare un portafoglio con alcune carte, biglietti del tram con il suo numero di prigioniero e l’importante lettera di Girolamo. Il 3 maggio viene preso dai sovietici che entrano in Berlino ed è condotto ad Est, fino a Kiev, e ivi trattenuto fino all’autunno. Rientrerà in Valle d’Aosta a fine ottobre. L’esperienza di Luigi Meynet è emersa solo nel 2006. L’ex deportato non era mai stato cercato da nessuno e ha vissuto fino ai suoi 83 anni cercando di cancellare l’esperienza concentrazionaria, facendosi tra l’altro eliminare la timbratura del suo numero di prigioniero sul braccio, dove l’operazione maldestra di plastica chirurgica fatta alcuni decenni dopo il rientro, lascia vedere una cicatrice indelebile.

Autore della presentazione: Silvana Presa

DATI ANAGRAFICI

Genere Maschio

Data di morte:
Nazione di morte: Germania


ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Deportato
Luogo della deportazione: Lager di Flossenburg, sottocampo di Gröditz
Condizione al momento della morte: Deportato

BIBLIOGRAFIA

    Nessuna bibliografia

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a Luigi Meynet, scritta in data 14-03-1944
Località di stesura: Lager di Gröditz
Stato del documento: autografo


La lettera è conservata presso: Luigi Meynet,

Note al documento:
Questo messaggio è stato scritto a Luigi Meynet da un compagno di prigionia, il cui cognome rimane al momento ignoto.

INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI