- L'archivio contiene 1 lettera di Emiliano Rinaldini
PRESENTAZIONE
Di anni 23. Nato il 19 gennaio 1922 a Brescia ed ivi residente. Di professione insegnante elementare. Conseguito il diploma di abilitazione magistrale nel 1940, si iscrive all’università ed entra nella redazione di "Scuola Italiana Moderna". Successivamente collabora con la rivista "Pedagogia e vita". Assegnato ad una scuola a Salò, nella primavera del 1943 è tra i fondatori del "Gruppo d’Azione politica", che presto diventa "Gruppo di Azione sociale". Entrato in contatto con gli ambienti cattolici antifascisti del bresciano, dopo l’8 settembre si occupa della stampa e della diffusione di materiale propagandistico clandestino e del rifornimento delle formazioni partigiane di montagna. All’inizio del 1944 si trasferisce a Milano, presso l’Istituto Palazzolo, per evitare l’arresto; nonostante la lontananza, non fa comunque mancare il suo appoggio al movimento di liberazione della città natale. Chiamato alle armi dal bando della RSI del mese di marzo, si presenta con l’amico Aldo Lucchese alla Caserma "A. Papa" di Brescia. Pur essendo arruolato nell’esercito della Repubblica sociale, Rinaldini non interrompe i contatti con le Fiamme Verdi e nemmeno l’ intensa attività di propaganda contro il regime. Quando il 20 di aprile giunge la notizia di una imminente partenza per un campo d’addestramento in Germania, decide immediatamente (ma non senza difficoltà) di abbandonare la caserma e darsi alla macchia. Rifugiatosi in Valle Sabbia, diventa vice-comandate del gruppo S 4 (da lui stesso costituito), che si aggrega alla Brigata Giacomo Perlasca. Catturato il 7 febbraio 1945 in località Odeno (Pertica Alta, Brescia) dai militi del 40º battaglione mobile della G.N.R. (Guardia nazionale repubblicana), Rinaldini è condotto a Idro (BS) e trattenuto presso la caserma del reparto fascista che lo ha arrestato. Interrogato e torturato ripetutamente allo scopo di fargli rivelare l’ubicazione di alcuni depositi d’armi, il 10 febbraio, visto il suo ostinato silenzio, è riportato a Pertica Alta per essere fucilato. Privato delle scarpe ed avviato lungo un sentiero di campagna nei pressi della frazione di Belprato, il giovane partigiano viene colpito alle spalle ed ucciso da una raffica di mitra.
DATI ANAGRAFICI
Età | 23 anni |
Genere | Maschio |
Stato civile | Celibe |
Data di nascita | 19/1/1922 |
Luogo di nascita | Brescia |
Residenza | Brescia |
Data di morte: | 10/2/1945 |
Luogo di morte: | Sentiero nei pressi di Belprato |
Comune di morte: | Pertica Alta |
Provincia di morte: | Brescia |
Regione di morte: | Lombardia |
Titolo di studio | Studi universitari. Dilpoma di abilitazione magistrale |
Categoria professionale | Culto, professioni e arti liberali |
Professione | Maestro elementare |
Arruolato nella Repubblica Sociale Italiana. | |
Periodo | 7/3/1944 - 20/4/1944 |
Reparto RSI | Caserma A. Papa |
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ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Nome di battaglia: | Emi |
Tipologia del condannato: | Partigiano |
Prima formazione nella Resistenza: | 21/4/1944settembre 1943 - marzo 1944 |
Tipo di reparto: | Gruppo |
Nome del reparto: | Gruppo di Azione sociale |
Tipo di reparto: | Gruppo |
Nome del reparto: | Gruppo S 4, Brigata Fiamme Verdi Giacomo Perlasca |
Grado conseguito: | Vice-comandante |
Condizione al momento della morte: | Combattente |
Agente della condanna: | Decisione di un comando militare |
Tipo di esecuzione: | Fascista |
Descrizione della circostanza della morte: | Catturato il 7 febbraio 1945 in località Odeno (Pertica Alta, Brescia) dai militi del 40° battaglione mobile della G.N.R. (Guardia nazionale repubblicana); immediatamente condotto a Idro (BS), presso la caserma del reparto fascista che lo ha arrestato, subisce ripetuti interrogatori e torture. Visto il suo silenzio, il 10 febbraio 1945 viene ricondotto a Pertica Alta e fucilato nei pressi di Belprato (fraz. di Pertica Alta, Brescia). |
Causa della morte: | Raffica di mitra |
Modalità dell'esecuzione | Il mattino del 10 febbraio 1945 i militi della GNR lo conducono nei presso di Belprato, una frazione di Pertica Alta (BS). Privato delle scarpe ed avviato lungo un sentiero di campagna, Rinaldini viene colpito alle spalle ed ucciso da una raffica di mitra |
BIBLIOGRAFIA
- Rolando Anni Dizionario della Resistenza bresciana, Brescia, Morcellana, 2008, p. 334
- Antonio Fappani Cattolici nella Resistenza bresciana: Andrea Trebeschi, Astolfo Lunardi, Emiliano Rinaldini, Roma, Cinque lune, 1974
- Dario Morelli Scritti incontro alla morte (Z. Ballardini, S. Belleri, M. Bettinzoli, G. Cappellini, L. Ercoli, F. Franchi, E. Margheriti, F. Moretti, T. Olivelli, G. Pelosi, G. Perlasca, R. Petrini, E. Rinaldini, F. Rinaldini, G. Venturini, G.B. Vighenzi) in "La Resistenza bresciana" fascicolo 23, Brescia, Istituto Storico della Resistenza bresciana, 1992, pp. 52-55 e 56
- Romolo Ragnoli I caduti per la Resistenza nelle valli Trompia e Sabbia in "La Resistenza bresciana" fascicolo 13, Brescia, Istituto Storico della Resistenza bresciana, 1982, p. 79
- Emiliano Rinaldini Per una citta d’uomini liberi: diario di Emiliano Rinaldini fucilato in Val Sabbia il 10 febbraio 1945, Brescia, La Fionda, [1946]
- Mariarosa Zamboni Via della Libertà, Brescia, Istituto storico della Resistenza bresciana, 1983, pp. 113-115
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a genitori, alla nonna, ai fratelli e alla sorella, scritta in data 20-04-1944
Stato del documento: autografo
La lettera è conservata presso:
Istituto storico della Resistenza bresciana - Brescia
Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/brescia/index.php
Collocazione archivistica:
busta 54, fasc. 1 (vecchia segnatura: R.II.1)
La lettera è senza data. A pag. 53 del saggio di Dario Morelli "Scritti incontro alla morte" (La Resistenza bresciana, n. 23) è ipotizzato che sia stata scritta il 20 aprile 1944, giorno in cui Rinaldini apprese dell'imminente partenza per la Germania e in cui abbandonò la Caserma Papa di Brescia. Si tratta del penultimo messaggio di Emiliano giunto ai familiari; l'ultimo, indirizzato al fratello Federico e alla sorella Giacoma (che in questa missiva è chiamata "pupa", a metà della seconda facciata), è con ogni probabilità del luglio 1944.