Giuseppe Comenduli ("Pino") di Ferdinando, era nato a Lodi il 1º luglio1925. Aveva un fratello minore di lui e la madre, Carolina Ceresa, rimasta vedova; di professione faceva il meccanico. Nel 1944 entrò in contatto con antifascisti; con alcuni giovani la notte e il pomeriggio del 30 aprile distribuì volantini ed eseguì scritte sui muri contro tedeschi e fascisti; riconosciuto dovette entrare in clandestinità. Non appena poté partì per la montagna, raggiungendo la Val Grande nel Verbano. A metà giugno, nel corso di un violento rastrellamento, fu ucciso: il suo corpo non è stato recuperato per cui sul tesserino anagrafico c’è scritto: "4.11.1951 cancellato per irreperibilità, militare disperso in guerra". Dopo la Liberazione era stata portata a Lodi una bara con il suo nome, ma una volta aperta si constatò che non si trattava del corpo di Giuseppe Comenduli, che fu quindi dichiarato disperso.
Al momento della partenza per la montagna, verso metà maggio 1944, aveva scritto alla madre una lettera, di cui è conservata una copia presso la sede dell’ANPI di Lodi.
Nota: in base ai documenti e al diario storico della Divisione Flaim conservati presso l’archivio Insmli (Fondo Corpo volontari della libertà, b. 33, fasc. 74), Giuseppe Comenduli figura nell’elenco dei caduti della Brigata Cesare Battisti. Nella descrizione delle circostanze della sua morte è scritto: "fucilato ad Aurano Pre Alpi Lago Maggiore il 17/6/1944".
Autore della presentazione: Ercole Ongaro