- L'archivio contiene 1 lettera di Enrico Marsili
PRESENTAZIONE
Di anni 18, studente di ragioneria presso il collegio "La Salle" di Torino, celibe. Nato l’11 febbraio 1926 a Torino e ivi residente. Dal 1º marzo 1944 entrò nelle fila della Divisione Matteotti "Italo Rossi" come informatore. Secondo la testimonianza di Franca Rubatto di Torino, Enrico Marsili era sfollato dalla città per sfuggire ai bombardamenti e aveva trovato ospitalità presso lo zio, parroco di Crescentino (Vercelli). Quando la mattina dell’8 settembre 1944 i soldati tedeschi iniziarono un rastrellamento per attuare una rappresaglia in seguito all’attacco partigiano della sera prima, Enrico si stava dirigendo alla stazione del paese con l’amica Franca. Fermato da alcuni soldati tedeschi, alla richiesta dei documenti di identità mostrò l’unica tessera che aveva in tasca, quella dell’Azione Cattolica. Accusato di essere un renitente fu condotto tra gli uomini rastrellati. Nel frattempo era giunta anche una squadra di GNR. Selezionato per la rappresaglia, fu fatto salire da soldati fascisti e nazisti su un camion insieme agli altri condannati, il medico del paese e l’amica Franca che ricorda: "Non riuscii più a scambiare una parola con Enrico perché era controllato a vista. Il dottore e io rimanemmo sul camion dove fu piazzata una mitragliatrice, mentre furono schierati i prigionieri, allineati a destra dell’ingresso della stazione con la schiena rivolta alla mitragliatrice. L’arma fu posizionata e dato l’ordine di sparare, uno tentò di scappare. Poi, caddero tutti, l’ufficiale passò a dare il colpo di grazia alla tempia. Aspettavo di scendere dal camion e dare un’ultima carezza ad Enrico. Ma non permisero a nessuno di avvicinarsi. In quel momento arrivò il parroco e anche una staffetta con l’ordine di sospendere l’esecuzione, perché sembrava avessero risolto il caso nella notte".
DATI ANAGRAFICI
Età | 18 anni |
Genere | Maschio |
Stato civile | Celibe |
Data di nascita | 11/2/1926 |
Luogo di nascita | Torino |
Residenza | Italia |
Data di morte: | 8/9/1944 |
Luogo di morte: | Stazione di Crescentino |
Comune di morte: | Crescentino |
Provincia di morte: | Vercelli |
Regione di morte: | Piemonte |
Titolo di studio | Licenza media inferiore. Enrico Marsili era studente di ragioneria presso il collegio La Salle |
Categoria professionale | Condizioni non professionali |
Professione | Studente |
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Appartenenza politica | Democristiano |
ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Nome di battaglia: | Dandolo |
Tipologia del condannato: | Partigiano |
Prima formazione nella Resistenza: | 1/3/1944 - 8/9/1944 |
Tipo di reparto: | Divisione |
Nome del reparto: | Divisione Matteotti Italo Rossi |
Grado conseguito: | Informatore |
Condizione al momento della morte: | Civile |
Agente della condanna: | Decisione di un comando militare |
Tipo di esecuzione: | Nazifascista |
Circostanza della morte: | Strage |
Descrizione della circostanza della morte: | La mattina dell'8 settembre 1944 Enrico fu catturato a Crescentino (Vercelli), mentre passeggiava con l'amica Franca Rubatto, da soldati tedeschi nel corso di un rastrellamento ordinato per attuare una rappresaglia contro un attacco partigiano della sera prima. |
Causa della morte: | Fucilazione |
Modalità dell'esecuzione | In seguito al ferimento di un soldato tedesco e all’uccisione di un altro ad opera di alcuni partigiani la sera del 7 settembre 1944, i tedeschi attuarono un rastrellamento nella zona di Crescentino (Vercelli) per riunire i civili del posto tra cui selezionare le future vittime della rappresaglia. Dapprima furono scelti dieci uomini ma Alemanno Guglielmo, trentenne padre di tre figli, e Giuseppe Borgondo, mutilato di guerra, furono poi rilasciati. Gli otto designati furono fatti salire su un camion e condotti alla stazione dove i tedeschi prelevarono il proprietario del bar. Le nove vittime furono fatte allineare a fianco di una staccionata. Una di esse tentò la fuga ma fu falciata da alcune scariche di mitra. Seguì la fucilazione ad opera di un plotone di soldati tedeschi e di militi della GNR. Ad esecuzione avvenuta il maresciallo tedesco impose che i cadaveri fossero lasciati sul posto fino a nuovo ordine. |
Collegamenti: | Strage di stazione di Crescentino, comune di Crescentino (Vercelli). 8/9/1944 Visualizzazione ingrandita della mappa |
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: |
BIBLIOGRAFIA
- Enrico Marsili in "Volterra libera" a. II, n° 25, 23 giugno 1945
- Giovanni Balossino A che serve il prete, Novara, Tipografia San Gaudenzio, 1947
- Arnaldo Colombo La Resistenza all’ombra di Sant’Eusebio, Vercelli, Litocopy, 1981, pp. 48-49.
- Massimo Don Milano (a cura di) Don Bianco, arciprete di San Grisante (Crescentino), Vercelli, S.E.T.E, 1978, pp.31-37.
- Marilena Vittone E le chiamavano rappresaglie in "L'impegno: rivista di storia contemporanea" a. XXIII, n. 1, Vercelli, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli, giugno 2003
- Marilena Vittone Il tempo della memoria. Crescentino nel dopoguerra: II parte in "L'impegno: rivista di storia contemporanea" a. XXV, n. 1, Vercelli, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli, giugno 2005
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a genitori, scritta in data 08-09-1944
Località di stesura: Crescentino
Stato del documento: copia
Collocazione bibliografica:
Arnaldo Colombo, La Resistenza all'ombra di Sant'Eusebio, Vercelli, Litocopy, 1981, p. 49.
Dell'ultimo messaggio di Enrico Marsili sono state fino ad ora rinvenute tre versioni. Di seguito riproduciamo: - la versione diffusa da un’amica di Enrico, Franca Rubatto, cui la famiglia del morituro ha donato copia della lettera. Il testo seguente è edito in Marilena Vittone, E le chiamavano rappresaglie, «l'impegno: rivista di storia contemporanea», a. XXIII, n. 1, giugno 2003 «Carissimo papà, carissima mamma, quando voi leggerete questa mia ultima, io non sarò più. Il dolore che già fin d'ora sento in me per questa mia separazione dolorosa, voi potete immaginarlo. Voi forse non avreste mai pensato che il vostro Enrico vi sarebbe stato rapito così presto [...] Non piangete sulla mia morte; il Signore ha voluto così. Lui solo è il padrone dell'anima mia. Lui può tutto perciò sperate, prendete con rassegnazione questo dolore che vi manda per provare la vostra fede [...] Non voglio dilungarmi di più, sicuro di aver ottenuto da Dio il perdono delle mie colpe. Vi prego di salutare tanto i miei Professori, compagni, parenti, amici; non dimenticate in special modo il teologo Quaglia, il canonico Bosso e tutti gli amici di Azione cattolica e dite che lassù nel cielo dove spero Iddio voglia accogliermi, mi ricorderò e pregherò per loro. A voi cari genitori, alla cara Ida [sorella] vi sia conforto il sapermi felice. Bacioni, vostro affezionatissimo figlio Enrico»; - la versione diffusa dal segretario della sezione del Partito d’Azione di Montecatini, congiunto di Enrico, pubblicata nell’articolo: Enrico Marsili, Volterra libera, a. II, n. 25, 23 giugno 1945 «Quando voi leggerete questa mia ultima lettera io non sarò più. Il dolore che già fin d'ora sento in me per questa mia separazione, voi potete immaginarlo. Con le lagrime agli occhi e con il pentimento nel cuore eccomi ora a impetrare il vostro perdono per i miei falli che nel breve soggiorno accanto a voi ho commesso. … a voi cari genitori e alla cara Ida sia conforto il sapermi felice».