- L'archivio contiene 1 lettera di Stefano Peluffo
PRESENTAZIONE
Di anni 18. Nato il 12 aprile 1926 a Savona ed ivi residente. Di professione impiegato. Iscritto al Partito comunista italiano, nell’ottobre del 1943 entra a far parte della Brigata SAP "Falco", operante in città ed inquadrata nella Divisione Gramsci. Oltre a prendere parte a numerosi combattimenti, Peluffo si occupa di diffondere la stampa clandestina e dei collegamenti con le formazioni di montagna, alle quali spesso consegna anche i rifornimenti. Tradito da una delazione, la notte tra il 14 e il 15 ottobre 1944 è sorpreso dalle Brigate Nere mentre si trova nella propria abitazione. Immediatamente arrestato, viene imprigionato nella sede della Federazione fascista di Savona fino al 1º novembre, quando è condotto alla fortezza ex Priamar e fucilato nel fossato del castello assieme a Comotto Luigina, Lanzone Franca, Baldassare Giuseppe, Cassano Pietro e Garelli Paola (tutti detenuti con l’accusa di appartenenza a banda partigiana).
DATI ANAGRAFICI
Età | 18 anni |
Genere | Maschio |
Stato civile | Celibe |
Data di nascita | 12/4/1926 |
Luogo di nascita | Savona |
Data di morte: | 1/11/1944 |
Luogo di morte: | Fortezza ex-Priamar . C'è memoria epigrafica |
Comune di morte: | Savona |
Regione di morte: | Liguria |
Categoria professionale | Ufficiali, impiegati pubblici e privati, pensionati |
Professione | Impiegato |
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Appartenenza politica | Comunista |
ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Nome di battaglia: | Mario |
Tipologia del condannato: | Partigiano |
Prima formazione nella Resistenza: | 10/1943 - 1/11/1944 |
Tipo di reparto: | Brigata |
Nome del reparto: | Brigata SAP Falco, Div. Gramsci |
Condizione al momento della morte: | Combattente |
Agente della condanna: | Decisione di un comando militare |
Tipo di esecuzione: | Fascista |
Circostanza della morte: | Strage |
Descrizione della circostanza della morte: | Stefano Peluffo è arrestato dalle Brigate Nere a Savona, tra il 14 e il 15 ottobre 1944, mentre si trova nella sua abitazione. Condotto alla sede cittadina della Federazione fascista, sarà fucilato il 1° novembre 1944, senza processo, alla Fortezza ex-Priamar di Savona, assieme ad altri 5 prigionieri. |
Causa della morte: | Fucilazione |
Modalità dell'esecuzione | Il 1° novembre 1944, Comotto Luigina, Garelli Paola, Lanzone Franca, Baldassare Giuseppe, Cassano Pietro e Peluffo Stefano, detenuti a Savona per attività partigiana, vengono condotti all’interno delle mura della Fortezza ex Priamar e fucilati senza processo nel fossato del castello, per mano di un plotone d’esecuzione fascista. |
Riconoscimenti: | militare: Medaglia d'argento assegnata in data 9/4/1949 |
Collegamenti: | Strage di Fortezza ex-Priamar, comune di Savona (Savona). 1/11/1944 Visualizzazione ingrandita della mappa |
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: | Paola Garelli | Franca Lanzone | |
BIBLIOGRAFIA
- Le radici e le ali: 1943/45-1993/95: memoria e storia nelle celebrazioni del cinquantennale della Resistenza e della Guerra di liberazione, Roma, 1996, p. 757
- Franco Gimelli - Paolo Battifora (a cura di) Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, 2008 , p. 272
- Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, p. 242
- La descrizione archivistica del Fondo Malvezzi è pubblicata in Il mondo di Piero. Un ritratto a più voci di Piero Malvezzi, a cura di Gabriella Solaro, Milano, Franco Angeli, 2008
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a genitori e fratelli,
Località di stesura: Savona
Stato del documento: copia
Tipo di copia della lettera: fotocopia cartacea
La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano
Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano
Collocazione archivistica:
Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945
Nell'ultima edizione del volume curato da Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana" (ristampata da Einaudi editore nel 2003) il testo trascritto (a apg. 242) differisce livemente dall'autografo: nell'incipit "cari" è diventato "carissimi", mentre le virgolette che racchiudevano le parole "mio dovere" sono state eliminate. L'originale del documento è conservato dalla famiglia del partigiano Peluffo Stefano.