- L'archivio contiene 1 lettera di Giuseppe Pagano Pogatschnig
PRESENTAZIONE
Di anni 48. Nato il 9 agosto 1896 a Parenzo, in Istria (nell’attuale Croazia). Sposato e padre di una figlia. Volontario durante la prima guerra mondiale, viene catturato due volte dagli austriaci, ma in entrambi i casi riesce ad evadere. Decorato al valore militare, alla fine del conflitto si arruola nel battaglione volontari giuliani che occupa la città di Fiume agli ordini di Gabriele D’Annunzio. Militante fascista dal 1920, nel 1924 completa gli studi universitari al Politecnico di Torino, laureandosi in Architettura. Nel 1927 viene nominato capo dell’ufficio tecnico dell’Esposizione internazionale di Torino ed inizia la sua attività di allestitore di mostre. Trasferitosi a Milano alcuni anni dopo, diventa direttore della rivista "Casabella" e della sezione artistica della Scuola di mistica fascista; in seguito è scelto anche come redattore del periodico "Dottrina fascista". Tra le opere più importanti da lui realizzate in questo periodo, si ricordano il palazzo degli Uffici Gualino a Torino, l’Istituto di fisica dell’Università di Roma e la sede dell’Università Bocconi a Milano. Nel 1941 parte volontario per la guerra ed è inviato sul fronte greco-albanese. Segnato dall’esperienza bellica, nel 1942 lascia il P.N.F. (Partito nazionale fascista). Rimpatriato nel giugno 1943, è assegnato all’Istituto sperimentale della Marina, a Carrara. Alla caduta di Mussolini, si avvicina al movimento socialista, per il quale svolge un’intensa attività di propaganda. Dopo l’armistizio, si collega con il Comando piazza di Milano e si occupa della formazione dei primi nuclei partigiani in Lombardia, che diventeranno poi le Brigate Matteotti. Ritornato a Carrara ad ottobre, allestisce la rete clandestina interna alle caserme, ma viene scoperto e arrestato il 9 di novembre. Incarcerato a Brescia, rimane in prigione a disposizione del Tribunale speciale, fino al 13 luglio 1944, quando un bombardamento alleato sulla città gli consente di evadere. Rimessosi in contatto con il Partito socialista, entra a far parte del Comando Piazza di Milano e dirige le formazioni Matteotti cittadine. Tradito da alcuni delatori, è catturato dalla Banda Koch e rinchiuso a Villa Triste. Trasferito nel penitenziario di San Vittore nell’ottobre 1944, fa domanda per partire come lavoratore volontario per la Germania, programmando una fuga durante il trasporto in treno. Il suo piano tuttavia fallisce con l’imprevista deportazione prima al campo di concentramento di Bolzano (11 novembre), quindi al lager di Mauthausen (22 novembre). Costretto a lavorare in miniera nel sottocampo di Melk, viene brutalmente percosso da un guardiano. Il 22 aprile 1945 si spegne, nell’infermeria del lager, proprio per le conseguenze di quel pestaggio.
DATI ANAGRAFICI
Età | 48 anni |
Genere | Maschio |
Stato civile | Coniugato |
Data di nascita | 9/8/1896 |
Luogo di nascita | Parenzo (Istria) |
Provincia di nascita | |
Nazione di nascita | Croazia |
Data di morte: | 22/4/1945 |
Nazione di morte: | Austria |
Luogo di morte: | Lager di Mauthausen |
Titolo di studio | Laurea. Laurea in Architettura al Politecnico di Torino |
Categoria professionale | Culto, professioni e arti liberali |
Professione | Architetto Direttore della rivista Casabella e della sezione artistica della Scuola di mistica fascista. Redattore della rivista Dottrina fascista. |
Appartenenza alle Forze armate | Marina |
Reparto tiburio Istituto sperimentale della Marina | |
Località di servizio | Carrara |
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Appartenenza politica | Socialista |
ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA
Tipologia del condannato: | Deportato |
Prima formazione nella Resistenza: | settembre 1943 - 9/11/1943 |
Tipo di reparto: | Comando |
Nome del reparto: | Comando Piazza di Milano |
Motivo della deportazione: | Arrestato per attività antifascista, decide di partire come lavoratore volontario per la Germania, programmando una fuga durante il trasporto in treno, fallita a causa dell'imprevisto trasferimento al lager di Bolzano |
Luogo della deportazione: | Mauthausen |
Condizione al momento della morte: | Deportato |
Descrizione della circostanza della morte: | Arrestato una prima volta ed evaso dal carcere di Brescia, viene fermato nuovamente e incarcerato a Villa Triste, a Milano (dove subisce le torture della Banda Koch). Trasferito a San Vittore, chiede di essere inviato come lavoratore volontario in Germania, al solo scopo di fuggire durante il viaggio ferroviario. La deportazione a Bolzano prima, e poi a Mauthausen, rovinano i suoi progetti. Costretto a lavorare in miniera nel sottocampo di Melk, viene brutalmente percosso da un guardiano. Il 22 aprile 1945 si spegne, nell'infermeria, proprio per le conseguenze di quel pestaggio. |
BIBLIOGRAFIA
- Pagano-Pogatschnig, Giuseppe in "Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza" vol. IV, Milano, La Pietra, c1984, p. 354
- AA. VV. Pagano fotografo, Milano, Electa, 1979
- Franco Albini - Giancarlo Palanti - Anna Castelli (a cura di) Giuseppe Pagano Pogatschnig. Architettura e scritti, Milano, Ed. Domus, 1947
- Mario Avagliano - Marco Palmieri Voci dai lager. Diari e lettere di deportati politici italiani 1943-1945, Torino, Einaudi, 2012, p. 346
- Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. II, p. 13
- Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 279-281
- Massimiliano Griner La Banda Koch, Torino, Bollati-Boringhieri, 2000, pp. 191-193 e 389-397
- Riccardo Mariani Giuseppe Pagano Pogatschnig architetto fascista antifascista martire in "Paramento" n. 35, aprile 1975
- Carlo Melograni Giuseppe Pagano, Milano, Il balcone, 1955
- Giuseppe Pagano - A cura di Cesare De Seta Architettura e città durante il fascismo, Roma-Bari, Laterza, 1976
- Ernesto Rogers L’esperienza degli architetti in "Fascismo e antifascismo (1918-1936). Lezioni e testimonianze", Milano, Feltrinelli, 1971, pp. 334-339
- Antonio Saggio L’opera di Giuseppe Pagano tra politica e architettura, Bari, Dedalo, 1984
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
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Lettera a Moglie e amici,
Località di stesura: Lager di Mauthausen
Stato del documento: autografo
La lettera è conservata presso:
Istituto "Fondazione Memoria della deportazione archivio biblioteca Pina e Aldo Ravelli" - Milano
Indirizzo web:
http://www.deportati.it
Questa lettera ne racchiude in realtà 3 distinte.