Seleziona una lettera dell’alfabeto: A B C D E F G I J L M N O P Q R S T U V Z

Maria Lazzari



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Di anni 41. Nata il 24 agosto 1903 a Padova. Sposata e madre di un figlio. Di famiglia socialista, nel 1921 il padre sceglie di aderire al neo-formato Partito comunista e diventa segretario del Soccorso rosso padovano. L’ascesa del fascismo e l’instaurarsi del regime lo costringono a ridimensionare notevolmente il suo impegno politico, che però prosegue in forma clandestina. Dopo l’armistizio, è tutta la famiglia Lazzari a partecipare attivamente alla lotta di liberazione, occupandosi della raccolta e dello smistamento di armi e rifornimenti per i partigiani, nonché dell’invio di molti militari sbandati ed ex-prigionieri alleati verso le prime bande armate comuniste che vanno formandosi in montagna. La loro abitazione, situata all’interno del ghetto ebraico di Padova, diventa ben presto un importante punto di riferimento anche per molti perseguitati razziali, che qui trovano un rifugio sicuro ed un aiuto concreto per espatriare in Svizzera. I sentimenti antifascisti della famiglia Lazzari tuttavia sono ben noti alle autorità della RSI. Schedata presso l’ufficio politico della Questura già alla fine del 1943, nella primavera del ’44 Maria viene arrestata ed interrogata presso il comando delle SS di via Diaz. Rinchiusa nel carcere giudiziario dei Paolotti, ritorna in libertà dopo circa una settimana. Il 16 settembre 1944 viene catturata con la sorella Parisina, perché scoperta da un delatore mentre offre asilo ad un ebreo. Trattenute e subito rilasciate, le due sorelle vengono nuovamente arrestate dopo pochi giorni e le loro strade si separano: Parisina è inviata al Lager di Bolzano; Maria invece è tradotta inizialmente nel penitenziario veneziano di Santa Maria Maggiore, quindi è trasferita a Trieste, nelle carceri del Coroneo. Il 10 gennaio 1945 parte a bordo di un convoglio ferroviario alla volta del lager di Ravensbruck, 90 chilometri a nord di Berlino, dove rimane fino alla seconda metà di aprile. Con le truppe sovietiche ormai vicinissime alla capitale tedesca infatti, Maria è incolonnata con le altre detenute verso Bergen-Belsen, ma si spegne durante la difficile marcia, stroncata dalla malattia e dagli stenti patiti nel campo di concentramento. Nel dopoguerra le è stata riconosciuta la militanza alla memoria nella Brigata Garibaldi Franco Sabatucci, con il grado di capitano e dirigente del servizio di assistenza sanitaria.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 41 anni
Genere Femmina
Stato civileConiugata
Data di nascita 24/8/1903
Luogo di nascita Padova

Data di morte: /4/1945
Nazione di morte: Germania
Luogo di morte: Strada per il lager di Bergen Belsen


Appartenenza politicaComunista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Partigiano e deportato
Tipo di reparto: Brigata
Nome del reparto: Brigata Garibaldi Franco Sabatucci
Grado conseguito: Capitano. Dirigente del servizio di assistenza sanitaria (militanza e grado riconosciuti alla memoria)
Motivo della deportazione: Attività cospirativa ed aiuto ad ebrei e partigiani
Data della deportazione: 10/1/1945
Condizione al momento della morte: Deportato
Descrizione della circostanza della morte: Addetta al servizio di assistenza sanitaria alle formazioni garibaldine, è arrestata dalle SS nella primavera del 1944. Liberata, è catturata nuovamente il 16 settembre e rinchiusa nelle carceri di Santa Maria Maggiore, a Venezia. Trasferita al Coroneo di Trieste, viene deportata in Germania, nel lager di Ravensbruck. Trasferita a Bergen Belsen per l'approssimarsi delle forze sovietiche, muore durante la marcia di malattia e stenti.

BIBLIOGRAFIA

  • A.N.P.I. di Padova (a cura di) Donne nella Resistenza. Testimonianze di partigiane padovane, Milano, Zanocco, 1981, pp. 84-87 e 171-173
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 264-265

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Parisina, scritta in data 10-01-1945
Località di stesura: Tradotta ferroviaria per Ravensbruck, nei pressi di Trieste
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: fotocopia cartacea

La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

Collocazione archivistica:
Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945

Note al documento:
Nel volume di Mimmo Franzinelli "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945" (Milano, Mondadori, 2005; pag. 264) è segnalato che "Il messaggio [è stato] scritto il 10 gennaio 1945 sui due lati di un foglietto [ed è] stato gettato dal treno poco dopo la partenza da Trieste...". La sorella Parisina, che conserva tuttora l'originale, ne è venuta in possesso grazie allo sconosciuto che l'ha raccolto e spedito alla destinataria dopo la fine della guerra.

INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI