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Napoli 12-10-43
Carissimi tutti, mamma, papà, Anna, Pupetta e
tutti quanti mi state a cuore questa lettera vi
perverrà nella sfortunata ipotesi che mi accadesse qualcosa.
Cosa che spero che non accada poiché voglio al più presto
riabbracciarvi e stringervi forte a me.
Vi narro in breve la mia storia: partito da Roma il
17, ero a Sulmona il giorno stesso e l’indomani a
Pescolanciano. Di lì, dati i forti controlli tedeschi, con
Clinio e gli altri quattro abbiamo proseguito a piedi fin
dinanzi Benevento ove giungemmo il 4.
Essendo in prossimità delle linee tedesche e quindi della
zona di combattimento decidemmo di dividerci: cosicché
io e Francavilla proseguimmo subito in una direzione
e Clinio con Giorgio poco dopo in un’altra.
Da allora non ci siamo più rivisti ma sono certo
che sono ora tra gli Americani e che stanno in ottima
salute.
Per parte mia, dopo aver passato le linee e la zona
di fuoco incontro gli Americani dinanzi Benevento:
do ai reparti che proseguono le indicazioni delle posizioni
nemiche e poi son condotto con la macchina al
C.do di un Rgt. Di lì a un C.do di Divisione ove
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passo la notte proseguendo per il C.do del Corpo d’Armata.
Da lì all’Armata, la 5ª, sempre più indietro verso
Paestum finché il giorno 7 sono a Napoli ove
mi presento per prestare il mio servizio pieno in
corpo speciale. Tutto ciò vi sarà spiegato in
caso mi accadesse qualcosa.
Ora dovrei tornare a Roma per il mio servizio e
credo partirò oggi in modo da potervi riabbracciare presto.
Avrei voluto rivedere Roma altrimenti ma per ora
non è possibile; l’ora ancora non è venuta ma
scoccherà presto e se la mia vita dovesse servire a
qualcosa, senza stolte o vane retoriche, sarei ben lieto
d’averla utilizzata per un fine di codesta specie.
Il mio pensiero costante vi ha sempre accompagnato:
papà tu a Bologna; Anna, mamma, Pupetta voi a
Roma. Miei cari, carissimi sono sempre stato con
voi.
Se non ho mantenuto la promessa fattavi di restare
tranquillo a Pescasseroli è stato perché ciò non era
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materialmente possibile in primo luogo e poi perché
sarebbe stato poco bello che io che sempre ho professato
e predicato la religione della Patria mi tirassi
indietro al momento dell’azione. No, così non
poteva essere e voi lo capite benissimo.
Qui non si tratta di spirito eroico, è lo spirito
umano che è in piedi ed ogni uomo con esso.
Da lungo tempo io cercavo in me stesso la verità
cercavo affannosamente dove e quale fosse il retto
cammino; sono frasi banali e luoghi comuni che esprimo,
lo sento, ma è quanto al momento passa per questo
mio cervello che ancora non ha avuto il modo di
formarsi ad una disciplina costante, ma che, pur
nel buio, è stato sempre guidato e sorretto da
quelle idee e principi morali che sono stati sempre
a base di qualsiasi tempo e costume.
E da voi tutti miei cari, da te mia amatissima
Anna, mia dolce sostenitrice, io ho appreso tutto ciò,
da voi sono stato sorretto.
Clinio e gli altri vi racconteranno il nostro viaggio
piacevole e avventuroso. Tale esperimento era
necessario ancora per la nostra formazione e per
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confermare le nostre idee e propositi.
Abbiamo in esso appreso più che in tanti anni di
scuola, abbiamo in esso visto mille cose che
in un tranquillo decennio non avremmo neppure notato.
Ed ora vi lascio. E’ tardi e debbo smettere:
se non partissi, ancora continuerò questa mia più
dettagliatamente. Abbiatemi sempre nel vostro
cuore
Maurizio
| L’immagine riproduce la prima facciata della lettera di Maurizio Giglio ai suoi cari, scritta prima di partire in missione per conto degli Alleati. Il documento, vergato su un foglio a righe, rappresenta il testamento spirituale dell’autore.
L’immagine riproduce la seconda facciata della lettera di Maurizio Giglio ai suoi cari, scritta prima di partire in missione per conto degli Alleati. Il documento, vergato su un foglio a righe, rappresenta il testamento spirituale dell’autore.
L’immagine riproduce la terza facciata della lettera di Maurizio Giglio ai suoi cari, scritta prima di partire in missione per conto degli Alleati. Il documento, vergato su un foglio a righe, rappresenta il testamento spirituale dell’autore.
L’immagine riproduce la parte superiore della quarta facciata della lettera di Maurizio Giglio ai suoi cari, scritta prima di partire in missione per conto degli Alleati. Il documento, vergato su un foglio a righe, rappresenta il testamento spirituale dell’autore.
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