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Testo: [Pagina 1] Pier Paolo Carissimo: Quanto ti scriverò in questa lettera ti stupirà moltissimo: "Ma io non c’entro!" dirai alla fine facendo uno sconsolato gesto con le mani... Ne sono pienamente d’accordo. Ma siccome però una situazione penosissima e grave provoca uno stato d’animo per cui si sente l’assoluta necessità di confidarsi con qualcuno, e d’altra parte "siamo" convinti che tu, con qualche articolo ci puoi essere di grande aiuto, avendone d’altra parte ricevuta l’autorizzazione, ti metto senz’altro al corrente della nostra situazione come si presenta alla data di oggi 27 Novembre. Non dire nulla alla mam- ma: si spaventerebbe per nulla... Cronaca degli avvenimenti dal 29 luglio ad oggi: 3.000 tedeschi e fascisti in tale giornata iniziano un rastrel- lamento nella zona della Ia brigata Brigata Osoppo Friuli, (la mia) inizio delle operazioni 5 ½ del mattino: attacco di sorpresa nemico (proveniente da Prosenicco) in zona Subit. Una brigata slovena (la 128ª ?) che aveva il preciso com- pito di sbarrare la strada al nemico in questo settore (rap- presentante il tergo del nostro schieramento) si ritira senza sparare un colpo di fucile! Risultato: due nostre postazioni di mitraglia in posizione dominante sopra Subit resistono eroicamente fino alle 4 del pomeriggio (60 morti tedeschi); esaurite le munizioni gli uomini si ritirano sul Monte Carnizza presidiato dal nostro battaglione Udine. Frattanto si era combattuto anche sulle falde del Carnizza. [Pagina 2] Da notare che, sull’altro versante del Carnizza aveva sede la IIa brigata Garibaldi. Dopo 5 ore di combattimento arrivano sul luogo 5 garibaldini con un mitragliatore inglese (Bren): sparano da lontano qualche scarica. Nel tardo pomeriggio giunge sul luogo un pattuglione, sempre garibaldino di 30 uomini, ma i tedeschi avevano ormai desistito dall’attacco al Carnizza. Risultato delle operazioni: 200 tedeschi o fascisti caduti o feriti (tutti per parte dell’Osoppo, 1 ferito leggero da parte nostra! A tanta distanza di tempo apprendiamo ora, con nostro grande stupore che furono i 30 garibaldini arrivati sul luogo a cose finite a rovesciare in nostro favore le sorti della battaglia... (ma questa è cosa da niente...). Si riorganizza la brigata: in breve tempo raggiungiamo i 600 uomini nella vallata Attimis-Subit. Si entra in contatto con i comandanti delle 2 brigate Garibaldi che fiancheggiano il nostro schieramento: si forma la divisione Garibaldi-Osoppo, si firma un patto di amicizia con gli sloveni, che, slealmente hanno cominciato la propaganda slovena nel territorio da noi occupato. Giunge per radio una notizia ad aggravare la situazione: gli inglesi nelle terre liberate, disarmano le formazioni partigiane. A noi dell’Osoppo la notizia non ci fa né caldo né freddo: "Una volta che l’Italia è liberata!...), La cosa sembra invece mettere il fuoco nelle vene in certi commissari garibaldini. Vanni (da nessuno autorizzato), com- missario di divisione, nella pubblica piazza di Nimis [Pagina 3] grida le seguenti parole (in un discorso enfatico quanto vuoto di sostanza): "Io vi assicuro che né Russi (la parola è detta quasi di sfuggita) né Americani né Inglesi (qui la voce tuona) disarmeranno la Divisione Garibaldi-Osoppo." In quegli stessi giorni giunge una missione slovena inviata da Tito: si propone l’assorbimento della nostra divisione da parte della Armata slovena: ci fanno capire fra l’altro che qualora facessimo parte dell’esercito sloveno eviteremmo il disarmo. Il comandante di divisione Sasso (un ga- ribaldino) tentenna, il vice comandante Bolla (Osoppo) pone un energico rifiuto. Gli sloveni se ne vanno scontenti. Il comandante Sasso promette solennemente a Bolla (quindi alla nostra brigata) che della questione non si sarebbe più parlato. Ma gli sloveni (è evidente che la cosa sta loro molto a cuore) non abbandonano la partita e ritornano alla carica. Sempre energico e deciso il contegno di Bolla, ambiguo quello di Sasso (sobillato eviden- temente da Vanni) il quale sembra incline ad accettare. Bolla fa presente che qualora avvenisse l’accordo con gli sloveni (per noi sarebbe molto peggio di una battaglia perduta) la brigata Osoppo si sarebbe staccata dalla divisione. Siamo agli ultimi di settembre: la situazio- ne militare è minacciosa. Lo schieramento della divisione troppo avanzato, (siamo quasi in pianura) è debole. Novecento uomini della brigata Osoppo tengono fronte sull’arco di colline: Passo di Monte Croce (tenuto da reparti [Pagina 4] garibaldini) Savorgnano-Ravosa-Racchiuso. La prima bri- gata Garibaldi (1200 uomini) copre Nimis alla nostra destra, la IIa Garibaldi (1.000 uomini) copre Faedis alla nostra sinistra. La notte fra il 26 e 27 settembre si inizia un furibondo cannoneggiamento delle nostre posizioni da parte delle artiglierie tedesche (un treno blindato fra Reana-Tricesimo, 2 batterie del forte di Tricesimo, 2 batterie a Pavoletto). Il giorno seguente 2 divisioni tedesche con carri armati attaccano simultaneamente Nimis e Faedis. Alla sera dello stesso giorno (27) carri armati pesanti entrano nei due paesi. Noi, al centro dello schieramento non sappiamo nulla. La notte continua incessante il martellamento delle artiglierie, la matti- na del 28 riprende la pressione tedesca sulle nostre ali: da Faedis su Racchiuso, da Nimis su Monte Croce: il grosso dei reparti garibaldini si sgancia, noi dell’Osoppo sempre all’oscuro di tutto attendiamo il nemico sulle nostre postazioni ormai avanzatissime. Verso le 3 del pomeriggio i tedeschi sono su Monte Croce: puntano su Attimis! (siamo quasi circondati) Frattanto un altro fatto gravissimo: reparti tedeschi da Prosenicco puntano su Subit con lo scopo di scendere su Forame Attimis e quindi tagliarci la strada della ritirata. [Pagina 5] Gli sloveni (incaricati di proteggerci le spalle) si ritirano senza sparare un colpo! Le nostre postazio- ni sopra Subit di copertura vengono sopraffatte dal nu- mero e dai mezzi. Il paese cade in possesso del nemico: contemporaneamente alla caduta di Passo Monte Croce. Un nostro battaglione rinforzato parte al contrassalto, con eroico furore ributta i tedeschi al di là della montagna. (La via della ritirata è aperta) Ma le cose erano già precipitate: Garibaldini sbandati con mille notizie false o esagerate gettano il panico fra le nostre file che finalmente hanno ricevuto l’ordine di ritirata: ("Nulla da fare, i tedeschi sono a Racchiuso e Attimis" "Gettate le armi i comandanti sono fuggiti in borghese" ecc... ecc...) molti si sbandano, molti riescono a raggiungere Attimis, poi Forame e Subit. Gli ultimi a ripiegare (c’ero anch’io ed il mio coman- dante Romolo) escono da Attimis quando vi entrano i tedeschi calati da Monte Croce: qualche raffica passa sibilando sulle nostre teste. Inutile che ti descriva la drammatica ritirata notturna (ancora una volta ingannati!: sul Monte Joannes est del Carnizza) vi doveva essere un presidio garibaldino: infatti vi troviamo le truppe tedesche [Pagina 6] schierate come un plotone d’esecuzione (in fila di fronte con le armi spianate): il nostro comandante di brigata Ferruccio cade con 17 compagni. Il vice- comandante di divisione Bolla riesce invece a passare con un 100 uomini: gli altri si sbandano fra i quali io e Romolo. Comincia l’odissea dei dispersi in cerca del loro comandante. I presidi garibaldini (incontrati per strada) fanno di tutto per demoralizzarci e indurci a togliere le mostrine tricolore (A Memicco un commissario garibaldino mi punta sulla fronte la pistola perché gli ho gridato in faccia che non ha idea di che cosa signi- fichi essere "Uomini liberi", e che ragionava come un federale fascista, infatti nelle file gari- baldine si è "liberi" di dire bene del comunismo, altrimenti sei trattato come "Nemico del proletario" (Nientemeno!) oppure "Idealista che succhia il sangue del popolo" (senti che roba!)) A fronte alta dichiariamo di essere italiani e di combattere per la bandiera italiana, non per lo "straccio" russo... A Codromaz raggiungiamo il comandante Bolla ed Enea, del quale sono diventato amico e dal quale ho saputo i retroscena ecc... ecc... [Pagina 7] Gli sloveni frattanto approfittano della situazione ed entrano in trattative col comando garibaldino (si riparla dell’antico progetto di assorbimento delle nostre formazioni da parte slovena) Bolla strepita: ma oramai non ha più l’autorità che novecento uomini pronti a tutto gli davano... Il delegato sloveno fa comprendere a Bolla che la sua presenza non è gradita ai colloqui, Bolla raccoglie i suoi uomini e si allontana dignitosamente. Raggiungiamo la zona Prosenicco-Subit-Porzus e quivi ci riorganizziamo. Passano una ventina di giorni. Frattanto Enea (lasciato a Codromaz come osservatore) ci fa sapere che i garibaldini lo hanno rassicurato (la notizia dell’accordo con gli sloveni viene solennemente smentita)... Ci raggiunge a Porzus: siamo al 2 novembre. Il giorno dopo giunge al nostro comando il comandante della divisione "Garibaldi" Sasso. Ha un lungo colloquio con Bolla (smentisce di nuovo solennemente la notizia dell’accordo con Tito e promette che mai più ne riparlerà) tenta di riconciliarsi con la brigata Osoppo oramai riorganizzata... Il 7 novembre, anniversario della rivoluzione russa [Pagina 8] per tutti i reparti garibaldini si festeggia l’avvenuta unione con le truppe slovene. L’accordo era stato firmato prima delle famose solenni smentite!!! Gran parte però dei garibaldini non voleva l’accordo (deciso da pochi uomini) molti piangono di rabbia e non vogliono sostituire la stella rossa alla stella tricolore. Alcuni otten- gono di passare nelle file dell’Osoppo e ci raccontano che i commissari garibaldini hanno iniziato una propaganda di intimidazione fra i reparti... Una delle clausole dell’accordo con gli sloveni è la seguente: i reparti garibaldini si impegnano di effettuare una leale propaganda in favore degli sloveni e di mobi- litare la popolazione maschile nelle zone sotto il loro controllo. I mobilitati non possono far parte di forma- zioni italiane ma devono entrare in reparti sloveni! Quattro giorni fa si presenta al nostro comando il famigerato commissario Vanni: dichiara al nostro comandante Bolla: "Per ordine del maresciallo Tito la prima brigata Osoppo deve sgomberare la zona (territorio di influenza slovena) a meno che non acconsenta ad entrare nelle formazioni slovene" Siamo arrivati dunque al vertice della parabola: come andrà a finire? Udine è a 12-16 km di distanza. La nostra parola d’ordine per ora è di rispon- dere ad una sleale propaganda anti-italiana con una propaganda più convincente. Abbiamo fondato fra gli altri un nuovo giornale: "Quelli del Tricolore". [Pagina 9] dovresti scrivere qualche articolo che fa al caso nostro (non è che noi siamo a corto di argomenti né tanto meno ci manchino gli "scrittori", ma io sono convinto che tu ci puoi essere di molto aiuto...) con qualche poesia magari, in italiano e friulano (non traduzione), qualche canzone su arie note, pure in italiano e friulano ecc.... ecc.... Negli articoli cerca appena di sfiorare gli argomenti suaccennati: devi essere un italiano che parla agli italiani. Mi dimenticavo: i commissari garibaldini (la notizia ci giunge da fonte non controllata) hanno intenzione di costruire la repubblica (armata) sovietica del Friuli: pedina di lancio per la bolsce- vizzazione dell’Italia!! Ti mando una copia del programma del Partito d’Azione al quale ho aderito con entusiasmo (quanti ho conosciuto del P.A. Sono persone onestissime miti e leali: veri italiani: Enea rassomiglia moltissi- mo a Serra). Naturalmente tutta questa tirata ti ha annoiato moltissimo ma è bene che tu sappia com’è la situa- zione anche perché ho bisogno se non altro dei tuoi [Pagina 10] consigli. Comprendo perfettamente che molto probabilmente tu non avrai né tempo né voglia di compilare gli articoli su accennati comunque se hai intenzione di farli: falli al più presto e dalli a Berto per busta chiusa ed avverti (può farlo la mamma) dell’av- venuta consegna Elda Paravano che a sua volta andrà a ritirare ogni cosa a Udine ecc... ecc... Se non altro almeno scrivi a me qualche riga ... Ti bacio con grandissimo affetto Guido P.S. Di alla mamma che nel caso avesse qualche altra cosa da mandarmi (Guanti, calzettoni, naftalina), vi aggiunga un fazzoletto tricolore ed uno verde ... Saluta tutti e se vedi Renato accennagli quanto ti ho scritto... Non ho il tempo di rileggere la lettera devo partire per la montagna immediatamente. |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a fratello Pier Paolo, scritta in data 27-11-1944
Località di stesura: Porzûs (Attimis, UD)
Stato del documento: autografo
La lettera è conservata presso: Archivio contemporaneo Alessandro Bonsanti, Gabinetto G.P. Vieussieux, Via Maggio, 42 - Firenze
+39 055-290131
e-mail: archivio@vieusseux.it
web: https://www.vieusseux.it/archivio-contemporaneo.html
Collocazione archivistica:
Fondo Pasolini, PPP. I.874. 7 (vecchia segnatura: P.P.P. I.608.2)
Note al documento:
Copia digitale del documento ci è pervenuta tramite Fabio Desideri.
Copia digitale del documento ci è pervenuta tramite Fabio Desideri.