Lettera di Paolo Braccini (Verdi) alla Moglie da Torino

  • Didascalia: L’immagine riproduce il testo di una delle ultime lettere scritte da Paolo Braccini alla moglie.
    Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
  • Testo dell'immagine:

    Cocca mia cara, moglie mia bella, musino mio d’oro,
    ho finito ora di scrivere alla Gianna ed ora eccomi a te. Ma non
    ho scritto prima a lei e poi a te: materialmente, colla penna sì ma col
    cuore, col pensiero, coll’animo no, perché ora più che sempre non mi
    è possibile vedere lei senza vedere te e viceversa: per me siete un tutto
    unico inscindibile, come quando te la tenevi dentro. Ricordi?
    Non ti dirò gran cose; non occorre: tra poco sarò tutto dentro il
    tuo animo e parlerò al tuo cuore ancor più profondamente, totalmente.
    Tu sai perché io muoio. Tienilo sempre presente e fallo sempre presente
    a tutti, specialmente alla nostra bambina, il nostro sangue, la nostra vita.
    Non devi piangere per la mia fine: io non ho avuto un attimo di rammarico:
    vanne a fronte alta.
    Non ho perso la vita inconsciamente: ho cercato di salvarmela per
    te, per la mia bambina, per la mia fede. Per quest’ultima occorreva
    la mia vita. L’ho data con gioia. Tu e la bambina mi perdonerete.
    Beneditemi sempre e vogliatemi sempre bene: ne ho tanto bisogno.
    Educa la bambina come lo puoi soltanto tu: avrai in lei anche tutto
    l’appoggio morale e spirituale che non avrai più in me.
    Siate sempre serene se pur non sempre felici. Io non vi mancherò;
    mi sentirete più vicino a voi di quanto vi possa sembrare al primo
    momento.
    Dal punto di vista, diciamo così, materiale, troverai sostegno e
    consiglio dai miei amici. Per te e per la bambina rivolgiti fiduciosa
    a loro, specialmente a Fausto: mi vogliono veramente bene e son
    sicuro che per loro sarai sempre la degnissima moglie del loro
    caro amico.
    Tuo Padre e tua Madre ti sapranno confortare.
    Nei limiti giusti e del possibile pensa a mia Mamma.
    Non so se ti sarà possibile avere il mio cadavere. Se sì mettilo
    dove vuoi, in una modestissima tomba ove tu e la bambina
    possiate deporci un fiore.
    Le mie miserie che lascio appartengono a te e alla nostra bambina.
    Ti prego però, di dare l’orologio d’oro del Babbo con la catena a Fabio,
    naturalmente quando potrai.
    Appena puoi vai alla Direzione delle carceri a ritirare la roba da me
    consegnata, fra cui la fede, l’orologio con la catena d’oro, la penna
    stilografica, la matita e le chiavi.
    Conserva se ti è possibile i miei libri e ritira quello che ancora sono
    in Istituto.
    I gemelli dei polsi dalli a Fausto per mio ricordo.
    Cocca mia smetto, non per me, ma per te, non voglio addolorarti.
    Tanto io resto con te.
    Perdonami tesoro mio, anima mia bella e abbiti per tutta l’eternità
    i miei baci
    tuo marito