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Testo: Cari miei, sono le ultime ore della mia vita e le ho dedicate tutte a voi e a Dio. Non piangete so che vi faccio male, tanto male. Sono ora per mezzo di Padre nella via del Signore che certamente avrà pietà di me non avendola avuta dagli uomini della terra. Lascio ora la mia vita così giovane solo per una mancanza che io non posso tradurla ne in bene ne in male. Per la mia famiglia, per la mia Patria, dico però con serenità che ho amata l’una e l’altra con amore più di quegli uomini che oggi mi tolgono la vita… Saranno anche loro un giorno nelle mie condizioni. Nara, Luisa, Lilia, Dino, Renato, Luciano, Ugo, mamma, babbo, tutti vi ricordo anche nel cielo. Ho assistito alla S. Messa ed ho fatto la S. Comunione… Non ho più parole, non so più scrivere. Salutatemi tanto la S. Annina e non si preoccupi della mia fine, tutti i conoscenti in special modo sig. Polidori, Salimbeni, Cellai, ecc… Dite loro che muoio contento. Un saluto a Franco del Polidori. Infine vi avviso tutti. Se un giorno Ugo tornerà ditegli pure la verità…potrà anche lui condannarmi, ma forse vendicarmi. Sono le ultime parole del vostro R… che tanto vi vuol bene. «Fatevi coraggio». Vi ho tutti qui nella mente. Lilia, tu prega per me ed io per voi. Tanti baci ai piccoli: Ugo, Licia. Tanti baci a voi tutti, addio per sempre. |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a Famigliari, scritta in data 02-05-1944
Località di stesura: Caserma della Fortezza da Basso di Firenze
Stato del documento: copia
Collocazione bibliografica:
Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 12-13
Note al documento:
Pur mancando il luogo di scrittura della lettera, è facile supporre che sia avvenuta poco dopo la sentenza di morte e nella caserma della Fortezza da Basso di Firenze in cui Raffaello Andreoni fu rinchiuso fino al momento dell’esecuzione.
Pur mancando il luogo di scrittura della lettera, è facile supporre che sia avvenuta poco dopo la sentenza di morte e nella caserma della Fortezza da Basso di Firenze in cui Raffaello Andreoni fu rinchiuso fino al momento dell’esecuzione.