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Testo: [Pagina 1] Cara Franca, appena ora posso rispondere alla tua lettera che tanto mi ha fatto piacere, ti ringrazio tanto delle foto, ti scrivo in un momento che quei cani nazifascisti non mi rompono la testa coi loro colpi. Come forse sai, qui stanno facendo il più grande rastrella= mento che finora non sia mai stato fatto, sono già 5 divisio= ni che battono e tutte le ore ne arrivano: cannoni, autoblin= de, una cosa, cara Franca, che tira i nervi a un punto... in tre giorni sono stato accerchiato 4 volte, noi in 110, loro un migliaio, di notte in barca abbiamo attraversato il Lago d’Or= ta, da quelle parti siamo fuggiti per miracolo a Invorio, a raccontare tutto ci vuole un libro (ora siamo rimasti in 20) ma non per questo pieghiamo si va fino all’ultimo, di muni= zioni non ne abbiamo quasi più, ma fin quando avremo un solo colpo non ci prenderanno. Qui siamo vicino a Ghemme ma stanotte dobbiamo pure andar= cene di qui, dobbiamo attraversare la Sesia, e tutti i ponti sono controllati, stanotte si lavora di baionetta contro le sentinelle fasciste. Ora che siamo agli estremi penso molto alla morte, non mi fa paura, solo desidererei se ciò dovesse accadere, una pal= lottola in fronte che non mi faccia soffrir tanto e dirti ancora una volta che ti voglio tanto bene, e che tu [ti] ricordi qualche volta di me, perché io penso sempre a te, la tua let= tera la porto sempre con me e tutti i giorni la leggo. In sette giorni si e no 3 pasti a base di cavoli raccolti nei prati e un po’ di pane dato dai contadini che si incon= trano, (lavarsi) ci pensa il cielo per la nostra pulizia, (letto i boschi) 3 mesi che non mi cambio, i panni stanno in piedi da soli, i pidocchi poi non ne parliamo. Non ho vergogna a dire queste cose, è la verità, siamo par= tigiani e tutto ciò non ci spaventa, ma se avrò la fortuna di ritornare a casa qualcuno me la pagherà, voglio vedere come hanno il cuore questi fascisti, sono belve contro gli innocenti fucilano, rubano, e quando li prendi loro piango= no, sono agnelli questi cani. Scusa un po’ se ti racconto tutto questo è per scaricarmi un po’ il cuore. Cara Franca, ti prego di voler salutare tutti gli amici e i vicini di casa e digli che la paura i partigiani non sanno cosa sia, i nostri caduti sappiamo vendicarli com= battendo e non incendiando e massacrando paesi e che forse [Pagina 2] presto verremo a Novara che si prepari per l’entrata un bel risotto e una caldaia per far bollire i pidocchi, non riusci= ranno mai a liquidarci tutti Franca spero se ritorno un pre= mio da te, sì me lo merito (un bacio lungo lungo che duri se possibile tutta la vita) penso sempre a te e lo so che son matto ma io ti voglio bene ma non come amica. Mi vien voglia di piangere, non so, la nostalgia di tornare a casa a vederti ma tutto ciò è impossibile, tralascio di scri= vere perché quei cani incominciano la solita musica e per= ché dobbiamo di nuovo partire. Arrivederci Franca saluti a Giuliana mamma ed amici ti augu= ro che sia sempre felice e un bacio da chi sempre ti vuol bene Giuseppe Viva l’Italia Libera Saluti al Cupolone che di qua lo vedo |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a Franca,
Località di stesura: Ghemme (NO)
Stato del documento: copia
Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina
La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano
Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano
Collocazione archivistica:
Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 9 fasc. 23
Note al documento:
La lettera è stata scritta da Giuseppe Serazzi poco prima (probabilmente qualche giorno) della cattura e della conseguente fucilazione. Nella parte inferiore della seconda pagina c'è una breve nota dattiloscritta sulla vicenda personale del partigiano caduto.
La lettera è stata scritta da Giuseppe Serazzi poco prima (probabilmente qualche giorno) della cattura e della conseguente fucilazione. Nella parte inferiore della seconda pagina c'è una breve nota dattiloscritta sulla vicenda personale del partigiano caduto.