Lettera di
Fortunato Caccamo (Tito) allo zio scritta in data 16-05-1944 da Carcere di Regina Coeli, Roma
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Testo:
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16 maggio
Carissimo zio, scusatemi se non
vi ho scritto prima è stato per non averlo potuto.
Scrissi tanti biglietti che come ho capito sono andati
spersi, mi sono rivolto alla signora Delfino
perché lei aveva il telefono, e la pregavo che
vi avvertissi subito.
Rimpiango tanto di non aver seguito i vostri
consigli, spero di mettere giudizio in seguito,
per adesso spero tanto di essere graziato, (perché
non ho fatto niente di male contro gli alleati)
ed il Signore misericordioso mi proteggerà in
questo periodo così difficile e doloroso per me.
Voi non preoccupatevi molto perché la zia mi
diceva che siete abbattuto, comprendo il vostro
stato d’animo, però sappiate che io sono tranquillo
ho una fiducia immensa in S. Rita a cui la
zia e le cugine m’hanno raccomandato di
chiedere la grazia, ed io con fiducia spero.
Ieri sera è passato l’Interprete del comando
che io conosco perché lui m’ha fatto la domanda
di grazia e mi ha assicurato che per adesso non
v’ è pericolo. Carissimo zio, non so come espri=
mervi i miei sentimenti però sappiate che per me
siete come mio padre, il mio più grande di=
spiacere sarebbe quello di dover morire, senza
potervi rivedere assieme a mio padre. Certo
che in Regina Coeli se non prima sono sicuro
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di essere graziato non vorrei veder nessuno; per
quanto sento forte il desiderio di abbracciarvi.
Carissimo zio, sono tanto contento nel sapere
che la S. Pasqua l’avete passata a casa,
la casa propria e la famiglia è la cosa più
cara che esiste. Quanto vorrei essere assieme
alla mia famiglia!
La zia vedo che malgrado la sua cagionata
salute sta camminando tanto per me, non
so cosa dire, però il signore la ripagherà.
In quanto ai pacchi ho ricevuto tutto ed anzi
è troppo quello che mi mandate il salame
era molto buono e pure ricevuto il cognac.
La biancheria quella che vi rimando è
sporchissima perché ci hanno spalmato un
unguento. Vorrei dirvi tante cose, ma per
oggi basta chissà se un giorno avrò la grazia
che con tanta fede ho chiesto a S. Rita vi dirò.
Ricevete affettuosità e abbracci assieme a cara
zia e cugine
affettuosamente
Tito
Ho promesso a S. Rita di andare a ringraziarla
al suo santuario se avrò la grazia e se la
zia Ester che le è tanto devota vuol venire
ci andiamo assieme. Le scarpe per adesso
non mandatemele.
| L’immagine riproduce la prima facciata della trascrizione a mano della lettera di Fortunato Caccamo allo zio, scritta alcuni giorni prima della fucilazione. Accanto alla data e prima dell’incipit, tra parentesi, vi sono due annotazioni del trascrittore, evidentemente riferite all’originale.
L’immagine riproduce la seconda (in bianco) e la terza facciata della trascrizione a mano della lettera di Fortunato Caccamo allo zio, scritta alcuni giorni prima della fucilazione. Il documento è scritto a penna blu su un foglio simil-protocollo a quadretti. L’originale (come annotato nella prima facciata) deve invece essere stato scritto a matita.
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COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a zio, scritta in data 16-05-1944
Località di stesura: Carcere di Regina Coeli, Roma
Stato del documento: copia
Tipo di copia della lettera: copia a mano
La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano
Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano
Collocazione archivistica:
Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 8 fasc. 15
Note al documento:
La trascrizione รจ stata effettuata sulla prima e sulla terza facciata di un foglio simil-protocollo, strappato da un quadernetto. Nella prima facciata vi sono alcune note del trascrittore riguardo l'originale (accanto alla data e prima dell'incipit della lettera).