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Testo: Torino, 3 – 4 – 44. Carissimo Borasio, la morte ha scoccato la sua freccia: essa mi raggiungerà tra poco. Ti ricordo come uno degli amici più cari e so che soffrirai. Ma vado al martirio col volto sereno e l’anima in pace: la causa è alta e la vita per essa non è spesa invano. Un amico mi ha convinto a prendere i sacramenti. Mi sono già confes_ sato, tra poco mi comunicherò. Lo faccio non tanto perché sia giunta finalmente la fede che tu hai. No, purtroppo, ma dal profondo dell’anima il gesto di umiltà e di pace ha riguadagnato le sfere della coscienza. Ne sono lieto e muoio tran_ quillo: se Dio c’è, Esso non potrà scacciarmi lontano. Ricordami. Addio Giulio |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a Luigi Borasio, scritta in data 03-04-1944
Località di stesura: Torino
Stato del documento: copia
Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina
La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano
Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano
Collocazione archivistica:
Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 7 fasc. 14
Note al documento:
Il mese nella data è trascritto in modo errato, e perciò corretto a mano, con una matita. Pare, da una lettera indirizzata dallo stesso Luigi Borasio a Piero Malvezzi (conservata presso l'archivio Insmli, Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 7 fasc. 14), che l'errore fosse presente anche nell'originale, probabilmente dovuto alla particolare drammaticità della situazione in cui la missiva era stata vergata da Giulio Biglieri.
Il mese nella data è trascritto in modo errato, e perciò corretto a mano, con una matita. Pare, da una lettera indirizzata dallo stesso Luigi Borasio a Piero Malvezzi (conservata presso l'archivio Insmli, Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 7 fasc. 14), che l'errore fosse presente anche nell'originale, probabilmente dovuto alla particolare drammaticità della situazione in cui la missiva era stata vergata da Giulio Biglieri.