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Testo: Non spendo parole per dire come son finito in questa mia ingloriosa fine, ma tu sai quali furono i fatti che mi spinsero ad agire, e con coscienza tranquilla posso dire ancora oggi che fu il dovere da carità verso il prossimo e poi il dovere di italiano di adoperarsi che il nome non sia una parola ma sia una fede di patriottico sentimen= to. Chiedo scusa per la vessazione che hai dovuto subire a causa mia, ma sono certo che l’avrai sopportato con fierezza poiché mi sono in cuore i tuoi sentimenti di buon italiano. Non ti chiedo di difendermi se domani persone o forse anche amici si faranno beffe di me, mi [basta] solo il ricordare che tu mi conosci e mi ha giudicato. In domani quando Mario ti chiederà di me non temere e con franchezza gli parlerai e assicuralo che non si vergogni per quanto fece suo zio. Ma ricorda anche a lui che per essere buon italiano bisogna seguire le orme dei nostri avi. Un bacio a te, al Mario e Rosina, ricordatemi con pari affetto con il quale io vi ho voluto bene e con la speranza che ci dà la fede vi lascio nel nome di Cristo. Arturo |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera
Località di stesura: Bergamo
Stato del documento: copia
Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina
La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano
Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano
Collocazione archivistica:
Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 7 fasc. 13