Testo:
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Sera Del 5 Marzo 1945
Lilj mia carissima,
non avrei voluto mai scrivere una lettera
come questa, ma dobbiamo rassegnarci alla volon-
tà di Dio e Lo ringrazio di darmi ancora il con-
forto di scriverti in questi ultimi supremi istan-
ti.-
Fra poche ore non sarò più, o meglio non sarò
più in questa vita terrena. So di darti un immen-
so dolore. Forse il più grande di quanti ne hai
sopportati fino ad ora: ti chiedo perdono, Lilj
cara, e ti assicuro che il pensiero che più mi
addolora è quello di lasciarti. Non sarai sola,
Lilj, ché attorno a te restano gli zii e le zie,
coi nonni che ti vogliono tanto bene come ne han-
no voluto tanto a me, e son certo che li avrai
sempre vicini in ogni momento. Sii saggia, Lilj
cara, ed ascolta sempre i loro buoni consigli, poi=
ché essi vogliono e vorranno sempre solamente il
tuo bene, come sempre hanno voluto il mio.-
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Ho appreso questa sera la sentenza di mor-
te: l’ho appresa in completa tranquillità di
spirito, assolutamente conscio del suo significa-
to. Sono calmo e tranquillo te lo può provare
la mia mano che scrive senza tremare, e se non
segue bene le righe è a causa dea poca luce
che c’è qui.
Ho pregato a lungo Dio e gli ho detto con
convinzione: "La tua volontà sia fatta in terra
come in cielo". Se egli ha deciso che io muoio
è bene che sia così, e noi, nemmeno tu, abbiamo
il diritto a lamentarci o protestare e chiedere
"perché"?
Credo fermamente che dopo questa vita ce
n’è un’altra: so di aver peccato talvolta sa-
pendo di peccare, so d’aver talvolta trascura-
to il mio dovere, ma so di aver sempre cercato
di fare quello che mi dettavano il mio cuore e
la mia coscienza.-
Credo di poter dire sinceramente che la mia
coscienza è tranquilla: ho chiesto perdono a Dio
dei miei peccati e morrò tranquillo, fiducioso
che Egli mi accoglierà vicino a Se.
In tutta la mia vita passata ho sempre cerca-
to di agire in modo che la nostra povera mamma
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potesse essere contenta di me. Ho mancato lo
so, ma credo che se mamma fosse vissuta sarebbe
stata fiera di me [e] lo sarebbe ancora.
Ti ho detto che sono tranquillo: sono qual-
cosa di più. Non ho pianto e non ho voglia di
piangere: mi rassegno alla volontà di Dio. Un
mio compagno piangeva: l’ho consolato. Spero
potrò avere il conforto del pastore e di esse-
re sereno sino alla fine.-
Mi spiace di morire e non sarei sincero se
dicessi il contrario: speravo di aver un giorno
il mio lavoro, la mia casa, la mia famiglia, ed
ho fatto molti sogni. Nulla di questo sarà. Pa-
zienza! Ho avuto stasera il tuo pacco e il tuo
biglietto che mi hanno fatto molto piacere.
Lilj mia carissima, so che il tuo dolore sa-
rà immenso: abbi fiducia in Dio e chiedi a Lui
la forza di saper lottare e farti coraggio.
Conservati buona e pura come sei pensando che
un giorno dovrai essere una buona sposa ed una
buona madre. La zia Susanna sarà per te un’otti-
ma maestra. A lei chiedo di assisterti sempre
come se tu fossi la mia bambina: a te di ascol-
tarla e di confidarti sempre in lei.
So che specialmente nei primi giorni ti sem-
brerà che tutto è crollato intorno a te, che la
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tua vita è finita. Reagisci, Lilj cara: credo
che in questo momento abbiamo tutti una missio-
ne da compiere: io ho terminato la mia, tu no !
Spero tu troverai un bravo ragazzo con cui ti
posa sposare ed essere felice. Reagisci al do-
lore, non voglio che tu pianga: ricordati che
me lo hai promesso. Se tu ti affliggerai troppo
sarebbe per me il più grande dolore.
Saluta per me tutti i miei parenti, la si-
gnora Toia, Norina, i miei amici.
Addio, Lilj carissima, ci rivedremo un gior-
no in cielo. Non piangere e sii forte. Ti ab-
braccio forte, forte
tuo Renato
Avrei voluto scrivere a tutti singolarmente,
grandi e piccoli, ma ripeterei sempre le stesse
cose. Vi ho presenti tutti e vi penso. Forse
solo in questi giorni di prova mi son reso con-
to di quanto vi volevo bene. Ho scritto che
lascio a Dodo la mia raccolta di francobolli;
credo che a te non dispiaccia.-
Mi viene in mente un versetto che non so
bene dove si trova: "L’Eterno ha dato, l’Eterno
ha tolto, sia benedetto il nome del Signore".
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Pensaci Lilj e non piangere: ricordati che
muoio con la certezza che saprai vincere il
tuo dolore.
Addio, Lilj carissima, arrivederci. Ancora
ti abbraccio con tutto il mio affetto
Tuo Renato
| L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Renato Peyrot alla sorella Lilette (Lilj) la sera prima della sua esecuzione. In alto, è scritto il nome del partigiano caduto.
L’immagine riproduce la seconda pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Renato Peyrot alla sorella Lilette (Lilj) la sera prima della sua esecuzione.
L’immagine riproduce la terza pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Renato Peyrot alla sorella Lilette (Lilj) la sera prima della sua esecuzione.
L’immagine riproduce la quarta pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Renato Peyrot alla sorella Lilette (Lilj) la sera prima della sua esecuzione. A metà del documento è scritto due volte, a mano con una penna nera, la parola "spazio", con delle frecce.
L’immagine riproduce la quinta pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Renato Peyrot alla sorella Lilette (Lilj) la sera prima della sua esecuzione.
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