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Torino 3 aprile 1944 ore 20
Renza mia adorata,
è la intestazione delle molte lettere che
io ti ho inviato: anche questa non deve essere di-
versa dalle altre anche se non potrò più in questa
vita farle seguito. A differenza della grande mag-
gioranza di noi mortali mi è dato sapere che fra
poche ore morirò e ti posso assicurare che ciò non
mi spaventa. Non credevo così facile adattarsi al-
l’idea del trapasso. Ma se penso non a me che me ne
vado ma a Voi che restate, allora un supremo scon-
forto mi assale ed un dolore immenso per il male
che vi faccio. Non io sono la vittima ma voi che
restate, voi che dovete sopportare il tremendo re-
taggio di una vita da affrontare senza quel piccolo
aiuto che ho cercato di darvi. Io muoio, te l’ho
già detto, tranquillo. Ho coscienza di aver voluto
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a te, alle mie creature belle tutto il bene che
il mio cuore era capace di dare e voi mi avete
dato tante gioie ed un immenso desiderio sempre
di avervi vicini, di godervi, di sentirvi. Gli
anni che hai passato con me sono stati per te di
sacrificio, ma non era in me l’intenzione che fos-
sero tali. Il destino ha voluto così e il desti-
no è imperscrutabile. Bisogna accettarlo. Io mi
considero morto in guerra, perché guerra è stata
la nostra. Ed in guerra la morte è un rischio co-
mune. Non discuto se chi me l’ha data ha colpito
giusto o meno: si muore in tanti ogni giorno ed i
più innocentemente; io almeno ho combattuto. Prima
di lasciarti devo ripeterti che sei stata per me la
compagna più dolce, affettuosa, buona, intelligen-
te che io avessi potuto sognare: mi illudo di aver
sempre cercato di ricambiarti i sentimenti che
suscitavi in me. La vita per te sarà dura: se le
vicende vorranno che tu possa trovate un altro
aiuto accettalo per te e per i nostri figli.Marisa
è stata la mia tenerissima affettuosa figliola: troppo po-
co l’ho guidata, ma non l’ho fatto per trascuratezza.
Era ne mio cuore sempre ed in ogni momento col
suo sorriso buono, col suo aspetto gentile. Ve-
glierai su di lei come hai sempre fatto senza di-
stinguerla dagli altri tuoi figli e le cercherai
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un buon marito. Graziella è la mia creatura di
sogno: il più puro ed incantevole fiore che
abbia visto e Nanni è il meraviglioso vigneto
che sboccerà rigoglioso. Iddio mi ha voluto
concedere di rivederli ieri sera: mi ero illuso in
quel momento che non sarebbe stata l’ultima ed
anche quella fu una delle tante illusioni sva-
nite della mia vita. Anche ieri sera, come sem-
pre, non ho saputo tenermeli vicini, non ho sa-
puto godermeli, ed ho poi pianto disperatamente
sul mio errore.-
Non voglio fare il bilancio della mia vita;
si chiude in modo così tragico che non so come
classificarla. Debbi giudicare che sono sempre
stato un fallito e che l’ultimo atto ha chiuso
degnamente il ciclo. Ma d’altra parte ho sempre
cercato e ne ho piena coscienza, di fare del mio
meglio senza fare male a nessuno; se sono falli-
to nelle risultanze non è colpa delle intenzioni
ma dei mezzi che hanno mancato allo scopo.
L’unico testamento spirituale che lascio a te
ed ai miei figli adorati è di affrontare con se-
rena sicurezza le avversità della vita adoperando-
si in modo perché la propria coscienza possa sem-
pre dire che ha fatto tutto possibile. Se il
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risultato sarà buono compiacersene con modestia;
se sarà cattivo trovare sempre la forza di ripren-
dere con buona lena senza lasciarsi abbattere e
senza chiamare in causa il destino. Anche le azio-
ni che ci sono nocive hanno una loro ragione di
essere e noi dobbiamo accettarle come una dura
ma indispensabile necessità.-
Marisa ha ormai finito i suoi studi e non ha
che a continuare sotto la tua guida per farsi
una buona donnina di casa. Se però si cercherà
una qualsiasi attività,musica, lingue od altro,
farà certamente bene ed aggiungerà altre doti a
quelle tanto pregevoli che già possiede. Ma so-
prattutto Marisa continui ad adorare la sua mamma
ed i suoi fratellini. Graziella è tanto brava
ed intelligente che non dà preoccupazioni di sorta.
Seguiterà sempre così bene anche nel futuro, stu-
dierà, sarà buona e vorrà tanto bene alla sua
mamma, a Marisa ed a Nanni. Nanni, bambino pic-
cino, troverà la volontà per studiare, per farsi
onore e per proseguire negli studi senza dare
preoccupazioni alla mamma ed alle sorelle. Egli
deve sentirsi già l’omino di casa, la persona che
in futuro dovrà appoggiare un po’ tutto e vorrà
tanto tanto bene a mammina, a Marisa, a Graziel -
la. Non posso fare apprezzamenti circa la situa-
zione materiale in cui ti lascio. Il tempo fu-
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turo è in mano a Dio: può darsi però che le
possibilità economiche della Nazione e la sua
impostazione sociale ti permettano di poter
ricavare la pensione che ti spetta perché è
frutto dei soldi che ho versato in tutti questi
anni della mia vita di lavoro. Prendo congedo da
voi come spero comprenderete attraverso le mie
pagine mal scritte, anche perché la luce è mol-
to scarsa, con serena tranquillità.- Non ho l’im-
pressione di andarmene per sempre, ma di allonta-
narmi come ho sempre fatto, di sognare in viag-
gio voi e la mia casa e di pensare al mio ritor-
no in famiglia. Sono certo che questo senso di
serena fiducia mi accompagnerà fino all’ultimo
momento.
Abbraccio e bacio teneramente come ho sempre
fatto te, moglie mia adorata, la mia Marisa buo-
na, la mia Graziella tanto cara, il mio Nanni
graziosino e mi congedo da voi certo di rivedervi
e riabbracciarvi. Prego te, Renza, di salutare
per me e prendere congedo da tutti i nostri ami-
ci e di salutare in modo particolare Romilda.
Non posso fare specificazioni individuali perché
temerei di omettere qualcuno. Di nuovo, creatu-
re mie, tanti tanti baci e tutti gli auguri che
un cuore di padre affettuoso ed amante può for-
mare per immaginarvi felici e contenti.
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Ed io sono certo che vivrete felici e contenti
e continuerete sempre a ricordarvi del vostro
Papà
| L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Giuseppe Perotti alla moglie Renza. Nella parte alta del documento vi sono alcuni brevi cenni biografici (cancellati da delle righe oblique, manoscritte, in penna nera) e la scritta "Perotti 1" nell’angolo a sinistra.
L’immagine riproduce la seconda pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Giuseppe Perotti alla moglie Renza. Nell’angolo in alto a sinistra si legge "Perotti 2" scritto a mano. Nel testo vi sono alcune correzioni, anch’esse manoscritte con una penna nera.
L’immagine riproduce la terza pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Giuseppe Perotti alla moglie Renza. Nell’angolo in alto a sinistra si legge "Perotti 3" scritto a mano. Nel testo vi sono alcune correzioni, anch’esse manoscritte con una penna nera.
L’immagine riproduce la quarta pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Giuseppe Perotti alla moglie Renza. Nell’angolo in alto a sinistra si legge "Perotti 4" scritto a mano. Nel testo vi sono alcune correzioni, anch’esse manoscritte con una penna nera.
L’immagine riproduce la quinta pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Giuseppe Perotti alla moglie Renza. Nell’angolo in alto a sinistra si legge "Perotti 5" scritto a mano. Nel testo vi sono alcune correzioni, anch’esse manoscritte con una penna nera.
L’immagine riproduce la sesta pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Giuseppe Perotti alla moglie Renza. Nell’angolo in alto a sinistra si legge "Perotti" scritto a mano.
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