Testo:
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Torino – Carcere Giudiziario
Lunedì, 3.aprile. - ore 22
Cara adorata Luisetta,
le cose che vorrei dirti sono tante che
non so dove cominciare, nella mia testa vi è
una ridda di pensieri che potrei esprimerti
bene solo a voce, pur essendo calmo, cercherò
di coordinare per esprimerti esattamente tutto
ciò che penso e il mio vero stato d’animo in
questo momento.
Sono calmo, estremamente calmo, non avrei
mai creduto che si potesse guardare la morte
con tanta calma, non indifferenza, che anzi
mi dispiace molto morire, ma ripeto sono tran-
quillo.-
Io che, non sono credente, io che non credo
alla vita dell’al di là, mi dispiace morire ma
non ho paura di morire: non ho paura della morte,
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sono forse per questo un Eroe ? Niente affatto,
sono tranquillo e calmo per una semplice ragio-
ne che tu comprendi, sono tranquillo perché ho
la coscienza pulita, ciò è piuttosto banale, per-
ché la coscienza pulita l’ha anche colui che non
ha fatto del male, ma io non solo non ho fatto
del male, ma durante tutta la mia vita breve ho
la coscienza di aver fatto del bene non solo
nella forma ristretta di aiutare il prossimo, ma
dando tutto me stesso, tutte le mie forze, benché
modeste, lottando senza tregua per la Grande e
Santa Causa della liberazione dell’Umanità op-
pressa.-
Fra poche ore io certamente non sarò più, ma
sta pur certa che sarò calmo e tranquillo di
fronte al plotone di esecuzione come lo sono at-
tualmente, come lo fui durante quei due giorni
di simulacro di processo, come lo fui alla let-
tura della sentenza, perché sapevo già all’ini-
zio di questo simulacro di processo che al con-
clusione sarebbe stata la condanna a morte.
Sono così tranquilli coloro che ci hanno con-
dannati ? Certamente no ! Essi credono con le no-
stre condanne di arrestare il corso della storia;
si sbagliano ! Nulla arresterà il trionfo del no-
stro Ideale, essi pensano forse di arrestare la
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schiera di innumerevoli combattenti della Liber-
tà con il terrore ? Essi si sbagliano ! Ma non
credo che essi si facciano queste illusioni: es-
si sanno certamente di non poter arrestare il
corso normale degli avvenimenti, ma agiscono con
il terrore per prolungare il più possibile il
momento della resa dei conti.-
Ad ogni modo siamo una famiglia predestinata a
dare tutto per la causa: io oggi, come prima Vita-
le sul campo di battaglia.-
E’ venuto in questo momento il sacerdote col
quale ho discusso a lungo: è afflitto perché non
ho voluto confessarmi, poiché non sono un credente
sarebbe stata da parte mia una incorrettezza il
confessarmi, ma mi pare tanto un bravo uomo che
gli ho chiesto di venir a trovarti perché ti con-
fermasse a voce come veramente mi ha visto tran-
quillo.-
Forse ti appaio un po’ egoista quando ti
parlo solo della mia calma, della mia serenità,
del mio Ideale per il quale sto per dare la vita,
ma tu lo sai che ciò non è, tu sai – mia adora-
ta Luisa, che col mio Ideale si confonde l’amore
per te e Gisella con l’amore per l’Umanità in-
tera, e se, come ti ho detto, mi dispiace mori-
re è perché non potrò più godere del vostro af-
fetto, è perché mi addoloro del vostro dolore.
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In questo momento rivedo come se li vivessi i
ventun anni del nostro grande amore, amore che si
si è confuso e rinnovato nei nostri figli: non
vedo una differenza o una mancanza di continuità
fra il nostro ardente amore giovanile e il cal-
mo amore della nostra maturità che si esprime
con la passione che tutti e due abbiamo riservato
alla nostra Gisella.
Rivedo e rivivo questi ventun anni e mi sento
tranquillo perché sono convinto di essere sempre
stato un cuore amante, uno sposo ed un padre per-
fetto. Se si può parlare della perfezione.-
Avrei voluto vedervi anche un solo istante,
stringervi nelle mie braccia, perché poteste
attingere coraggio dalla mia perfetta tranqui-
lità.
Non fu possibile ma sono certo che tu sarai
forte e coraggiosa e che saprai evitare che que-
sta sciagura possa troppo scuotere la nostra Gi-
sella che è tanto suscettibile e sensibile infon-
dendo a lei il tuo coraggio.
Ora ti faccio alcune raccomandazioni al fine
che tu possa affrontare anche materialmente l’im-
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mediato avvenire.-
Ricordati che dei pochi soldi che ci restava-
no solo sei mila lire erano del cugino le al-
tre che restavano erano nostre: ma pure le sei
mila del cugino puoi considerarle come tue e
servirtene dato che lui non mi considerava più
suo debitore ed anche era disposto ad aiutar-
mi ancora nel caso che mi fossi trovato nelle
ristrettezze, se per caso nel corso della per-
quisizione avessero sequestrato questi pochi
soldi non indugiarti a chiedere che ti siano
restituiti, inoltre, al momento del mio arre-
sto avevo in tasca, come lo sai, 3.064 lire
che sono state depositate qui al Carcere e che
verrai a ritirare con i miei oggetti personali:
orologio, penna, ecc.....
Per l’avvenire più lontano riuscirai a si-
stemarti con l’aiuto del cugino; inoltre un
amico che fino a ieri era per me uno sconosciu-
to, ma che questi due giorni ci hanno affratel-
lati, e che ha avuto la fortuna di essere rico-
nosciuto innocente, mi ha promessi che si sareb-
be occupato anche di aiutarvi per fare continuare
gli studi a Gisella.
Tu devi essere coraggiosa perché resti sola
con la responsabilità dell’avvenire di Gisella,
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perciò sii forte, alto il cuore e il morale per
conservare la salute fisica ed assolvere la tua
missione.
Appena sarai calma, e lo devi essere rapida-
mente, vai a fare un piccolo viaggio a Camagna,
Occiniano, S. Martino per distrarre Gisella e
fargli conoscere i cugini suoi, non solo, ma
anche perché tutte e due possiate trovare ener-
gie fisiche, certamente scosse in questo momen-
to, con un nutrimento più consistente.-
Quando la situazione lo permetterà, andrete
certamente a raggiungere i genitori: ma non pre-
cipitare nulla e non compromettere l’avvenire
di Gisella se è possibile farle continuare gli
studi.-
Termino, no che abbia più nulla da dirti,
ma potrei continuare per ore a parlarti del mio
amore per voi, credo che non sia necessario.
Non scrivo a Pietro e ... perché dopo che
avrò scritto a Gisella non mi resterà che po-
co tempo per riposarmi: di’ loro che lo ricordo
con affetto come Nanda, Luigina, Pierina e Ri-
na: abbracciali tutti per me e di’ loro di par-
lare a Elsa e Franco del loro zio Eusebio. Sa-
luta tutti gli amici, giovani e anziani: i tuoi
genitori, quando potrai rivederli di’ loro che io
li ho sempre considerati e affezionati come i
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miei.
Sii forte per te, per Gisella, sono certo
che lo sarai, come sono certo che vedrete il
mondo migliore per il quale ho dato tutta la
mia modesta vita e sono contento di averla data.
Coraggio, vi amo quanto può amare uno spo-
so ed un padre.
Vi stringo in un abbraccio ininterrotto
per tutte le ore che mi restano a vivere.
Eusebio
| L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Eusebio Giambone alla moglie Luisetta, il giorno della sua condanna a morte. In alto vi sono alcuni brevi cenni biografici sul partigiano caduto, cancellati con quattro righe oblique, tracciate a mano con una penna nera.
L’immagine riproduce la seconda pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Eusebio Giambone alla moglie Luisetta, il giorno della sua condanna a morte. Nell’angolo in alto a sinistra si leggono il nome del partigiano caduto ed il numero 2, scritti a mano con una penna nera.
L’immagine riproduce la terza pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Eusebio Giambone alla moglie Luisetta, il giorno della sua condanna a morte. Nell’angolo in alto a sinistra si leggono il nome del partigiano caduto ed il numero 3, scritti a mano con una penna blu. Alla fine del secondo paragrafo c’è una nota (probabilmente del trascrittore) che rimanda ad una frase in fondo alla pagina scritta a mano, con una penna blu di tonalità più chiara.
L’immagine riproduce la quarta pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Eusebio Giambone alla moglie Luisetta, il giorno della sua condanna a morte. Nell’angolo in alto a sinistra si leggono il nome del partigiano caduto ed il numero 4, scritti a mano con una penna blu. In penna nera invece, sono segnate un paio di correzioni o interventi sul testo.
L’immagine riproduce la quinta pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Eusebio Giambone alla moglie Luisetta, il giorno della sua condanna a morte. Nell’angolo in alto a sinistra si leggono il nome del partigiano caduto ed il numero 5, scritti a mano con una penna blu. Alla terza riga del testo c’è una nota (probabilmente del trascrittore) che rimanda ad una frase in fondo alla pagina, scritta a mano con una penna nera.
L’immagine riproduce la seconda pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Eusebio Giambone alla moglie Luisetta, il giorno della sua condanna a morte. Nell’angolo in alto a sinistra si leggono il nome del partigiano caduto ed il numero 6, scritti a mano con una penna blu.
L’immagine riproduce la seconda pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Eusebio Giambone alla moglie Luisetta, il giorno della sua condanna a morte. Nell’angolo in alto a sinistra si leggono il nome del partigiano caduto ed il numero 7, scritti a mano con una penna blu.
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