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Testo: [Fronte] Mia piccola Madonna, è con la stessa disperazione del moribondo che si attacca alla vita , che io mi stringo a te. Come un naufrago si aggrappa rabbiosamen= te all’unico relitto di nave che potrà salvarlo da morte, io così disperatamente mi aggrappo a te per salvarmi. A te così cara, a te così buona, che col tuo amore, con la tua passione sai ancora darmi la gioia e lo scopo di vivere. Sono anch’io quasi un naufrago della vita, di questa insulsa, di questa stupida, di questa miserabile vita,che dopo aver maledetto, benedico. Amore mio non puoi ancora capire il mio stato d’animo, e i tremendi periodi di burrasca che sono costretto attraversare. Non hai ancora idea delle lotte tremende che da solo, completamente solo, devo combattere. Tutta la mia bella filosofia è caduta stupidamente di fronte alla dura realtà. Tutta la mia spensieratezza s’è infranta nell’urto contro la vera vita. La vita di tutti, la vita che non ho mai voluto imma= ginare, che non ho mai conosciuta. Quest’ira repressa che è in me, questo spiri= to di ribellione impotente, non è se non il frutto di chi ha tutto perduto. Chi è abituato a vincere, credo non potrà mai assoggettarsi alla vita del vinto. Il mio orgoglio sconfinato, il mio spirito indipendente, il mio isolamento comple= to su tutto ciò che mi riguarda, la mia frenesia di agire solo per assaporare la soddisfazione unicamente mia dello scopo raggiunto, mi ha portato al punto di essere mal giudicato, di non essere compreso, di apparire forse anche pazzo. Imbevuto di teorie individualistiche assolute, mi sono buttato a corpo morto in un esperimento che mi affascinava. Raggiungere il superuomo creato da me, in me stesso. E in questo mi sono talmente immede= simato da condurre la mia lotta sorda inebriandomi di ogni mia piccola conquista. Ciò mi ha completamente astratto dalla realtà, nella quale sono caduto così bruscamente, dopo anni di studio, da infrangere ogni più piccola illusione senza però poter distruggere la mia maniera di vivere, inadatta alla nuova posizione che dovevo occupare nella vita. Icaro, lo stesso, che aveva aspirato ad altezze troppo elevate, ha trovato la morte sul suo insulso tentativo. E io nel mio sogno dorato ho dimenticato di valutare in giusta misura quelle che avevo considerato inezie trascurabili; e ho trovato la morte dello spirito. Ma dalle ceneri ancora calde di questa salma, è rinato un nuovo spirito, che tu devi educare, devi plasmare, devi fare crescere sano. Ed è con questo nuovo spirito, sotto una nuova luce non falsata da idee anormali, ma che vuol vivere la nuova vita serenamente, che io mi rivolgo a te. A te che amo tanto, a te a cui voglio sacrificare tutte [Retro] le mie idee di grandezza, di superiorità spirituale ed intellettuale, e per cui inizierò una nuova vita. Il trapasso è purtroppo un po’ brusco, per cui vedrai ancora affiorare sul mio viso il malcontento, il rammarico, la ribellione. Ma i tuoi occhi sapranno illuminarmi, la tua parola dolce saprà cullarmi in un’estasi di pace, la tua stessa presenza infonderà tanta fiducia in me stesso, che inizierò volentieri la nuova vita lottando sempre per la tua felicità, per il nostro amore. E il mio orgoglio rifiorirà, ma sarà quello di saperti fare ogni giorno più felice. Caro tesoro per sommi capi la mia confessione. Ho voluto raggiungere cose più grandi di me, ma sotto il loro peso sono rimasto schiacciato. Per non confessare la mia sconfitta, ho fatto cose assurde, che mi hanno fatto perdere anche l’ultimo sogno di grandezza e di supremazia, finché mi sono trovato in terra, nelle stesse condizioni di una belva chiusa in trappola, che nella sua irrequietezza ruggendo si lancia impotente contro le sbarre della gabbia. Ed ecco la mia irrequietezza, la mia rabbia repressa, il mio nervosismo, il mio odio contro tutti e contro me stesso il mio continuo malconten= to. Tu sola sai questo ed ora potrai capirmi e compatirmi. Gli altri arzigogolano, credono, suppongono, ma io mi trovo ancora troppo lontano da loro e dai loro giudizi e congetture sbagliate. Soprattutto non lasciarti influenzare da false notizie che possono sembrare spassionate ma che sono false. Neppure i miei hanno mai conosciuto il mio animo. E ora non voglio e non posso dirti altro. Lo splendore dell’impresa tentata potrebbe ancora affascinarmi, e non voglio assolutamente. Sono un uomo comune, ed in mezzo alla comunità devo vivere. Sarà solo il tuo amore che potrà farmi salire alle stelle Con immenso affetto ti bacia tanto tanto Lino tuo |
COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA
Lettera a moglie Ester,
Località di stesura: Roma - Carceri di Regina Coeli
Stato del documento: autografo
La lettera è conservata presso: Carte private di Massimo Ciancaglini,
Note al documento:
La lettera appartiene all'ampio carteggio di Raffaele Zicconi durante la sua prigionia; per il suo contenuto, essa può essere considerata il testamento spirituale dell'autore. La parte finale della prima facciata non è leggibile nell'immagine qui pubblicata ed è frutto della trascrizione di Massimo Ciancaglini, nipote del condannato e possessore dei documenti originali. Il carteggio tra Raffaele Zicconi e la moglie Ester è pubblicato nel blog dello stesso Massimo Ciancaglini: http://lavitaelaresistenzaaroma-myway.blogspot.com/
La lettera appartiene all'ampio carteggio di Raffaele Zicconi durante la sua prigionia; per il suo contenuto, essa può essere considerata il testamento spirituale dell'autore. La parte finale della prima facciata non è leggibile nell'immagine qui pubblicata ed è frutto della trascrizione di Massimo Ciancaglini, nipote del condannato e possessore dei documenti originali. Il carteggio tra Raffaele Zicconi e la moglie Ester è pubblicato nel blog dello stesso Massimo Ciancaglini: http://lavitaelaresistenzaaroma-myway.blogspot.com/