Lettera di Giuseppe Robusti (Pino) a Laura Mulli scritta in data 5-04-1945 da Risiera di San Sabba

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Testo:
[Pagina 1]

Trieste, 5 aprile 1945

Laura mia
Mi decido a scrivere queste pagine in
previsione di un epilogo fatale ed impre-
veduto. Da due giorni partono a decine
uomini e donne per ignota destinazione.
Può anche essere la mia ora.
In tale eventualità io trovo il dovere
di lasciarti come mio unico ricordo
queste righe.
Tu sai, Laura mia, se mi è stato
doloroso il distaccarmi, sia pure
forzatamente da te, tu mi conosci
e mi puoi con i miei genitori, voi
soli, giustamente giudicare.
Se quanto temo dovrà accadere
sarò una delle centinaia di migliaia
di vittime che con sommaria giusti-
zia in un campo e nell’altro
sono state mietute.
Per voi sarà cosa tremenda per
la massa sarà il nulla, un’unità
in più ad una cifra seguita da
molti zeri. Ormai l’umanità s’è
abituata a vivere nel sangue.

[Pagina 2]

Io credo che tutto ciò che tra noi
v’è stato, non sia altro che normale
e conseguente alla nostra età, e son
certo che con me non avrai imparato
nulla che possa nuocerti né dal lato morale
né da quello fisico.
Ti raccomando perciò, come mio ultimo
desiderio, che tu non voglia o per
debolezza, o per dolore, sbandarti e
uscire da quella via che con tanto
amore, cura, e passione ti ho modesta-
mente insegnato.
Mi pare strano, mentre ti scrivo,
che tra poche ore una scarica potrebbe
stendermi per sempre, mi sento calmo
direi quasi sereno, solo l’animo
mi duole di non avere voluto cogliere
degnamente, come avrei voluto, il
fiore della tua giovinezza, l’unico
ed il più ambito premio di questa
mia esistenza.
Credimi, Laura mia, anche se io
non dovessi esserci più, ti seguirò
sempre, e quando andrai a trovare
i tuoi genitori io sarò là, presso
la loro tomba, a consigliarti, ad
aiutarti.

[Pagina 3]

L’esperienza che sto provando, credimi
è terribile.
Sapere che da un’ora all’altra tutto può
finire, essere salvo, e vedermi
purtroppo avvinghiato, senza scampo
dall’immane polipo che cala nel
baratro.
E’ come divenire ciechi poco per volta.
Ora, con te sono stato in dovere
di mandarti un ultimo saluto,
ma con i miei, me ne manca
l’animo, quello che dovrei dire
loro è troppo atroce perché io
possa avere la forza di dar loro
un dolore di tale misura.
Comprenderanno, è l’unica cosa
che io spero.
Comprenderanno.

Addio, Laura adorata, io vado verso
l’ignoto, la gloria o l’oblio, sii forte
onesta, generosa, inflessibile.
Laura santa.

Il mio ultimo bacio a te che comprendi
tutti gli affetti miei, la famiglia, la casa,
la patria, i figli.
Addio
Pino
L’immagine riproduce la fotocopia della prima facciata dell’ultima lettera di Giuseppe Robusti a Laura Mulli.
L’immagine riproduce la fotocopia della prima facciata dell’ultima lettera di Giuseppe Robusti a Laura Mulli.
L’immagine riproduce la fotocopia della seconda facciata dell’ultima lettera di Giuseppe Robusti a Laura Mulli.
L’immagine riproduce la fotocopia della seconda facciata dell’ultima lettera di Giuseppe Robusti a Laura Mulli.
L’immagine riproduce la fotocopia della terza facciata dell’ultima lettera di Giuseppe Robusti a Laura Mulli.
L’immagine riproduce la fotocopia della terza facciata dell’ultima lettera di Giuseppe Robusti a Laura Mulli.

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

Lettera a Laura Mulli, scritta in data 05-04-1945
Località di stesura: Risiera di San Sabba
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: fotocopia cartacea

La lettera è conservata presso:
Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli e Venezia Giulia - Trieste

Indirizzo web:
http://www.irsml.it/

Collocazione archivistica:
Fondo Raccolta di documenti sul Novecento in Venezia Giulia; b. 20, fasc. 71, n.900/024.

Note al documento:
L'originale della lettera potrebbe essere conservato tra gli atti del processo per il Lager della Risiera di San Sabba, celebrato a Trieste nel 1976.